STEFANO LOLLI
Cronaca

La mamma partorì intubata a Ferrara: Rayt morto dopo un bacio

Il neonato marocchino, nato il 15 aprile, non ce l’ha fatta: "Era negativo, ma il virus ha minato il suo organismo"

Mamma Hanane era stata ricoverata a Cona a fine marzo in terapia intensiva

Mamma Hanane era stata ricoverata a Cona a fine marzo in terapia intensiva

Ferrara, 25 maggio 2021 - "Veniamo da Dio e a lui ritorneremo": per Rayt, il bimbo di origine marocchina nato lo scorso 15 aprile a Cona dalla mamma intubata, il viaggio è stato troppo breve. Il miracolo non si è compiuto e il neonato, partorito prematuro e subito in terapia intensiva, si è spento sabato sera. Troppo gravi le sue condizioni, le cure in cui si è prodigato all’estremo il personale del reparto non sono riuscite a garantirgli gli indispensabili standard vitali. E Rayt, ’pioggia benedetta’ (questa la traduzione del suo nome arabo) è diventato rugiada, e lacrime.

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Rayt, batte il grande cuore della solidarietà

Un caso rarissimo, il suo. Nella vita e, purtroppo, anche nella morte. Il piccino aveva visto la luce quaranta giorni fa da mamma Hanane, la donna di 35 anni, residente a Cento con il marito Radouani e gli altri due figli (di 2 e 6 anni) protagonista, assieme alla famiglia, di una storia che non può non commuovere. Colpita dal Covid a marzo, e in condizioni gravissime, la donna è stata ricoverata e intubata all’ospedale di Cona, dove dopo alcune settimane, con il parto cesareo, è stato fatto nascere il piccolo Rayt.

Due chili e 600 grammi, e quel che più faceva sperare, in quel momento, nessuna traccia di contagio dal Covid. Tuttavia, per avere di fatto assorbito anche le cure massicce di morfina che mantenevano in coma farmacologico mamma Hanane, il bimbo era stato intubato in terapia intensiva neonatale nella speranza che, con le settimane, le sue condizioni migliorassero via via, facendo compiere quello che per tutti sarebbe stata una gioia immensa.

Così invece non è stato. E qui entra in ballo la seconda beffarda singolarità di questa storia dolorosa; pur non essendo mai risultato positivo al virus, Rayt alla fine si è arreso a manifestazioni di fatto riconducibili al Covid, compresi alcuni episodi trombotici. Un fatto sconvolgente, riferisce papà Radouani Ben Zouini, "anche a detta del personale dell’ospedale che, purtroppo, sabato sera mi ha dato questa bruttissima notizia".

Dolore nel dolore, pena nella pena, anche il fatto che mamma Hanane – uscita completamente appena una settimana fa dal coma indotto dai farmaci, e ora trasferita in fisioterapia per intraprendere il lungo percorso di guarigione – è riuscita a vedere il suo Rayt, venerdì, per la prima volta. Appena un giorno prima della morte, e forse nella consapevolezza che Rayt non sarebbe riuscito a scalare quella montagna troppo alta. "L’ha stretto a sé per la prima e per l’ultima volta", dice il papà, commosso.

Poi, all’indomani, anche ad Hanane è stata comunicata la morte del bimbo portato in grembo in questi ultimi soffertissimi mesi di battaglia con il Covid. Le è ancora taciuta, invece, l’altra notizia che rischia di trasformare il suo calvario in un macigno; l’8 maggio scorso, sempre a Cona, si era spenta Zahra El Aziz, madre della donna e nonna di Rayt. Settantuno anni, era stata ricoverata in contemporanea con la figlia, anche lei in gravissime condizioni e in terapia intensiva.

"E’ un momento durissimo, cerchiamo di risparmiarle queste notizie terribili tutte assieme", la premura del marito. Cge però ora si ritrova alle prese con un altro problema, quello economico: "Abbiamo dovuto sostenere le spese, per noi ingenti, per il funerale di mia suocera – dice Radouani –; con il mio stipendio (l’uomo è facchino all’INterporto di Bologna, ndr), ora per forza ridotto per riuscire a badare agli altri due figli, non ce la facevo. Ma gli amici della comunità marocchina mi hanno aiutato".

Adesso però, con la morte di Rayt, si raddoppiano, oltre al dolore, anche le difficoltà: "Cerco e spero di riuscire a far fronte a tutto, ma ci sono cose che potrebbero esserci sollevate, come i 600 euro di diritti cimiteriali richiesti dal Comune di Cento", dice l’uomo, esibendo la prima fattura di Cmv Servizi per le esequie di Zahra. "Il sindaco, dopo la nascita di Rayt, mi aveva telefonato e aveva promesso di aiutarci – ricorda Radouani, senza polemica e con dignità –; non chiediamo il mondo, ma almeno di essere esentati da quella tassa che per noi vuol dire tanto, visto che viene richiesta in nome del Comune di Cento, dove abbiamo scelto di vivere e dove speriamo, presto, di poter ritrovare un po’ di serenità".

L’appello al primo cittadino è lanciato: magari, pur preso com’è nelle consultazioni per la nuova giunta, può trovare un attimo per pensare al breve viaggio terreno di Rayt, e a quello ora così complicato da sostenere sotto il profilo economico.

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