Il piano era studiato nei minimi dettagli e praticamente infallibile. Ma, come recita un vecchio detto, il diavolo spesso si nasconde nei dettagli. Ed è stato proprio un dettaglio a far finire nei guai, a distanza di un anno, tre dei quattro responsabili della rapina alla filiale della Banca Centro Emilia di via Porta Romana. In particolare, a tradire i malviventi è stato un cellulare. Un banale telefonino, inquadrato dalle telecamere di sorveglianza mentre era in mano a quello che all’apparenza era un normale cliente. Peccato che l’uomo tenesse lo smartphone in maniera insolita, quasi innaturale. O meglio, come se stesse facendo un video premurandosi di non essere notato. Quello è stato l’elemento che ha messo i carabinieri sulla giusta via, portandoli, dopo lunghe e certosine indagini, a chiudere il cerchio intorno alla banda di rapinatori. Il primo coronamento dell’attività di indagine è arrivato mercoledì, quando tre uomini (tutti siciliani di 49, 51 e 54 anni, tre dei quali già in cella a Bologna, Palermo e Trapani per altre vicende) sono stati raggiunti da altrettanti ordini di custodia cautelare. Secondo carabinieri e procura, sarebbe proprio la gang ‘in trasferta’ ad avere messo a segno il colpo all’istituto di credito. Una rapina da film d’azione, con tanto di clienti e dipendenti presi in ostaggio, inferriate tagliate e un bottino di tutto rispetto. I banditi fuggirono infatti con 60mila euro in contanti e gioielli per un valore di circa 250mila euro.
La vicenda conclusa con le tre misure cautelari inizia alle 7.45 di un normale lunedì di fine estate. La direttrice della filiale, alzata la saracinesca della banca, sente suonare l’allarme. Sulle prime pensa a un guasto, ma in realtà scoprirà a sue spese che a farlo scattare erano stati i malviventi che avevano abbattuto le inferriate della finestra del bagno, appositamente tagliate la notte precedente. In un lampo, tre uomini armati e col volto travisato piombano dentro e aggrediscono la direttrice, immobilizzandola. La stessa sorte tocca, poco dopo, a due impiegati e tre clienti (tra cui una donna incinta), tutti legati mani e piedi con fascette da elettricista e chiusi in uno stanzino per tutta la durata della rapina. Agguantato il bottino, i banditi scappano. A scoprire l’accaduto è un cliente che, intorno alle 10, entra in banca trovandola stranamente aperta e vuota.
In via Porta Romana arrivano i carabinieri che avviano le indagini senza tralasciare alcun dettaglio. Si parte proprio dai video delle telecamere di sorveglianza che, dopo ore e ore di osservazione, offrono un primo e importante spunto. L’occhio elettronico inquadra un uomo, apparentemente un cliente. Il sospettato entra nella filiale e inizia a muoversi in modo anomalo. Tiene il cellulare in verticale, di fronte al petto e appoggiato a un giornale. Una posizione perfetta per poter riprendere l’interno della banca. Lo stesso soggetto viene poi inquadrato il giorno della rapina, all’esterno della filiale, mentre probabilmente sta facendo il palo. La lente dei militari si focalizza su quattro palermitani (tre dei quali con precedenti analoghi). Una volta raccolti elementi sufficienti, gli investigatori dell’Arma chiedono e ottengono le misure cautelari per rapina aggravata e sequestro di persona. Tre malviventi vengono subito arrestati, mentre sono ancora in corso le ricerche per rintracciare e catturare il quarto uomo.