REDAZIONE FERRARA

"Raid choc: caccia ai daini con arco e frecce"

Comacchio, la denuncia di una donna che ha trovato conficcati negli alberi i dardi con punte e lame. "Così si torturano i poveri animali"

"Raid choc: caccia ai daini con arco e frecce"

"Quando l’ho vista subito non mi sono resa conto di cosa fosse, vedendo solo la parte finale con due penne rosse e una bianca, ma poi la terribile scoperta: era una freccia con la funzione di colpire a morte". E’ la testimonianza di una signora che per timore di rappresaglie, vuole mantenere l’anonimato sul dardo rinvenuto nella pineta di Volano, a Comacchio, conficcata in un albero ad altezza d’uomo. Si tratta di una freccia lunga 80 centimetri con impennatura a due colori e una punta a coda di rondine in acciaio, costruita appositamente, dalla quale per una lunghezza di 5 centimetri, partono tre piccole lame a forma triangolare con bordi estremamente taglienti, quasi sicuramente pensata per la caccia di daini in grado di provocare larghe ferite all’ungulato colpito, che vengono ulteriormente peggiorate dalla corsa dell’animale portandolo morte per dissanguamento. "Sono molto probabilmente, come mi ha suggerito un amico, usate da bracconieri senza scrupoli – continua la donna – per la silenziosità dello strumento e forse muniti di visori notturni per individuare i daini che numerosissimi popolano la bellissima macchia boscata che fiancheggia il più naturale dei lidi comacchiesi". Un’area nella quale si stima vi siano alcune centinaia di daini liberi di muoversi e svolte causano anche incidenti. Poi l’appello alle forze dell’Ordine "chiedo ai Carabinieri Forestali o alla Polizia Provinciale di svolgere dei servizi anche di notte – aggiunge – affinché possano mettere fine a questa situazione e capire cosa stia succedendo e come sia possibile che ci sia chi può usare frecce cosi pericolose in luoghi frequentati da tante persone grandi e soprattutto piccole". L’uso dell’arco a differenza delle armi da sparo, quali potrebbero essere i fucili, ha l’indiscusso vantaggio di essere silenzioso e non creare nessun tipo di allarme fra gli animali, ma anche fra gli uomini tranne quando si perde una freccia che rimane piantata in un albero. "Non oso pensare se in un errore di traiettoria involontario o una persona che spunti dalla pineta - conclude molto allarmata la signora - anziché trafiggere un daino colpisca una persona. Se finisce in un punto vitale per quella persona significherebbe morte certa, chi può faccia qualcosa per favore".

cla. casta.