Ferrara, 26 febbraio 2022 - Non è la corriera stravagante con i personaggi eccentrici dello scrittore John Steinbeck, ma il cordone ombelicale che lega, da anni, centinaia di badanti ucraine che vivono in città e provincia con i propri cari, lontani. Ma ora il pullman rosso con la scritta ’Xxxxx’ è fermo, bloccato nel piazzale attiguo al Mercatino dell’Usato di via Padova.
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Il giovane autista, visibilmente scosso, è rimasto a Ferrara a presidiarlo, ignaro sul se e come ripartire per quel viaggio di 24 ore attraverso l’Europa. E sconvolte soprattutto sono le donne, badanti e colf in gran parte, che da giovedì pomeriggio si sono ritrovate, come avviene ogni settimana, per consegnare i pacchi destinati alle famiglie. Vestiti, generi alimentari, addirittura qualche mobile: il pullman è un carico di speranze e di umanità. ‘Spediscono cibo che qui si compra al discount, e che in Ucraina costerebbe mezzo stipendio’, dice l’addetto del mercatino che ha assistito allo sgomento delle donne ucraine. "Il pullman era arrivato a Ferrara giovedì mattina – riferisce al telefono Emilia, donna anche lei ucraina che coordina l’attività degli autisti –, nessuno sapeva che sarebbe scoppiata la guerra. E invece adesso tutto è bloccato, nel caos. Io stessa sono preoccupatissima, perché mio figlio è stato chiamato alle armi".
"Siamo già sotto cyber attacco dei virus russi" I colleghi dell’autista rimasto a Ferrara (che rischia addirittura di dover vivere sul pullman) sono ripartiti su un minivan, ma alla frontiera non sono riusciti a passare: "L’Ucraina è ormai isolata – conclude Emilia – siamo tutti fuori di testa". E il sentimento di centinaia di badanti, molte delle quali risiedono e lavorano nel nostro territorio da dieci o vent’anni, è riassunto in quei pacchi sigillati, fermi adesso davanti a una porta. La preoccupazione, carica di empatia, coinvolge inevitabilmente anche le famiglie ferraresi per cui prestano servizio: loro, forti nella cura degli anziani e nelle faccende di casa, sono adesso infrangilite (si dice?) dalle lacrime. "Non riesco a dormire e mangiare – racconta una badante –, penso continuamente a mio nipote che è militare, e al fronte, ma continuo a lavorare perché mi aiuta a non andare con la mente al dramma dei miei cari". Intanto, la guerra prosegue ed è impossibile prevedere quali saranno gli scenari futuri, con i missili e gli elicotteri di combattimento già arrivati a Kiev. E tutto il dramma e la paura legata ad una guerra che non si sa quanto durerà. Edoardo Chylikin dell’associazione Nadiya, che raduna molte badanti ucraine di Ferrara, è anche lui coinvolto perché il padre e il fratello abitano vicino a Odessa: "La nostra associazione ha una ventina di donne ucraine che lavorano soprattutto nel weekend. Ma a Ferrara ci sono almeno duecento badanti del nostro Paese. È una momento per noi ucraini di grande ansia: stare la telefono con i propri cari è normale anche per ore. Vogliamo rassicurazioni. Tutto ciò ci distrae dal lavoro, ma non possiamo non pensarci". E aggiunge : "Mio fratello e mio padre sono rinchiusi in casa. Con lo stato di emergenza si è fermato subito il lavoro. Mio cugino è dipendente di un aeroporto molto piccolo che per ora non è stato ancora bombardato, ma lui ovviamente resta nella propria abitazione". Anche lui affidava generi alimentari per la sua famiglia alla corriera della speranza: "Caffè, pasta, anche Nutella e panettoni. Da noi sono cose introvabili oppure con costi proibitivi". Edoardo spera nel popolo Russo: "Molti cominciano a non vedere bene la politica di Putin". Un malcontento che potrebbe deflagrare sotto le fondamenta del regime autocratico.