CRISTINA RUFINI;
Cronaca

Professore destituito Tutto annullato dal Tar "Unife non ha dimostrato le contestazioni sollevate"

Il provvedimento disciplinare dell’Ateno aperto per l’ipotesi che avesse svolto attività privata per uno studio austriaco. Ma ai giudici non basta.

Professore destituito Tutto annullato dal Tar "Unife non ha dimostrato le contestazioni sollevate"

di Cristina Rufini

Era finito sotto procedimento ispettivo da parte dell’università di Ferrara, perché – stando alle accuse – l’Ateneo contestava al professore associato al dipartimento di Architettura, "l’incompatibilità tra la sua posizione di professore a tempo pieno di Unife e l’abituale svolgimento dell’attività professionale". Attività professionale per uno studio austriaco gestito dalla moglie. Ma anche per avere assunto "un ruolo accademico attivo presso una università austriaca". Da qui, appunto l’apertura da parte dell’Ateneo prima di un procedimento ispettivo, che una volta chiuso aveva dato luogo al provvedimento disciplinare – comunicato via posta certificata il 6 ottobre dello scorso anno – che ha portato alla destituzione da Unife, "senza perdita del diritto alla pensione o ad assegni". Atto che il professore ha impugnato davanti al Tribunale amministrativo regionale dell’Emilia–Romagna, contestando in vari punti la destituzione dall’incarico, che era arrivato a seguito della partecipazione a un bando di concorso. Ed è proprio partendo da questa partecipazione che il professore inizia a contestare il provvedimento, facendo presente che lui stesso, in sede di presentazione della documentazione per accedere alla selezione, aveva dichiarato di collaborare con lo studio professionale di architettura della moglie, indicando inoltre nel curriculum allegato proprio i progetti di cui si era occupato. Nel ricorso ci sono anche varie sottolineature degli errori procedurali – di tempistica – con cui sarebbe stato portato avanti dall’Ateneo il procedimento ispettivo prima e disciplinare poi.

La sentenza. Alla luce di tutti i motivi di ricorso e della costituzione in giudizio dell’Università di Ferrara che insisteva sulle proprie posizioni, i giudici della Prima sezione del Tar Bologna hanno accolto l’appello del professore, tra gli altri motivi, proprio perché in sede di partecipazione alla procedura di selezione per il ruolo di professore associato, "il ricorrente ha, mediante dichiarazioni sostitutive, dichiarato la propria collaborazione dal 1995 con lo studio austriaco, nonché di esserne stato co-fondatore. Elencando, inoltre, ben 34 progetti di cui si era occupato". Quindi niente di nuovo. Non solo, i giudici amministrativi aggiungono che "tutto ciò non è sufficiente per trarre la conclusione che la redazione di tali progetti sia automaticamente riconducibile all’esercizio di continuativa attività libero professionale". E aggiungono che il Collegio giudicante "non ritiene che l’istruttoria svolta dall’università resistente e la documentazione depositata in giudizio comprovino tale attività da parte del professore". Né per il Tribunale amministrativo è stato dimostrato che il docente svolgesse attività accademica in un altro Ateneo. Per queste e per altre ragioni spiegate nelle tredici pagine della sentenza, il ricorso è stato accolto dal Tar che ha di conseguenza annullato l’atto che aveva portato alla destituzione. Compensate le spese. Al momento della pubblicazione della sentenza, pochi giorni fa, non risultava presentato ricorso al Consiglio di Stato.