FEDERICO MALAVASI
Cronaca

Processo Cidas, la discussione. Pressioni sulla coop, la procura: "Condannate l’assessore Lodi"

Il pubblico ministero ha chiesto due anni e dieci mesi, la parte civile ventimila euro di provvisionale. La difesa per l’assoluzione: "Cambio di accusa, ma ragioni inalterate". La sentenza è fissata per dicembre.

Due ore e mezza di discussione nel chiuso dell’aula gup del tribunale e una nuova richiesta di condanna. È arrivato alle battute conclusive il processo ‘bis’ per le presunte pressioni sulla cooperativa Cidas da parte dell’assessore Nicola Lodi, che ieri ha ascoltato la seconda istanza di pena formulata nel giro di nemmeno due anni dal pubblico ministero Ciro Alberto Savino. Alla prima, lo ricordiamo, era seguita una modifica del capo di imputazione da parte del giudice Danilo Russo, decisione che ha portato al secondo processo approdato nelle scorse ore in aula. L’ipotesi di reato era passata da concussione a induzione indebita a dare o promettere utilità, contestazione che vede ora coimputato il presidente di Cidas Daniele Bertarelli, già a giudizio da solo in dibattimento. L’ex vicesindaco ha invece scelto di discutere in rito abbreviato.

Nel corso dell’udienza di ieri davanti al nuovo gup Andrea Migliorelli, la procura ha chiesto per l’assessore la condanna a due anni e dieci mesi di reclusione, ritenendo concedibili le attenuanti generiche. La parte civile – Daniel Servelli, dipendente Cidas per il quale Lodi avrebbe chiesto un cambio di mansione proprio attraverso le presunte pressioni su Bertarelli, assistito dall’avvocato Gaia Fabrizia Righi – ha avanzato la richiesta di ventimila euro di provvisionale, oltre alla pena ritenuta di giustizia. Il difensore di Lodi, l’avvocato Carlo Bergamasco, ha infine ribadito l’istanza di assoluzione. Sentite le parti, il giudice ha rinviato a metà dicembre per eventuali repliche e sentenza. "Le argomentazioni proposte dal pm e dalla parte civile sono pressoché uguali alla precedente discussione – così l’avvocato Bergamasco a fine udienza –. Alla fine, il mutamento dell’imputazione si è risolto solo sul cambiamento di posizione di Bertarelli e le problematiche sul tavolo sono esattamente le stesse. Rimangono, in ogni caso, inalterate le convinzioni delle mie ragioni: credo in ciò che ho detto in udienza, fino all’ultima parola". Presente come sempre in aula l’assessore Lodi. Giacca blu e camicia celeste, entra a palazzo di giustizia poco prima delle 13, ora fissata per l’inizio dell’udienza. Con lui alcuni fedelissimi, compagni di giunta, di partito e consiglieri comunali. A portare solidarietà all’amministratore l’assessore Matteo Fornasini, l’ex consigliere Fabio Felisatti, il consigliere leghista Massimiliano Guerzoni, l’ex consigliere Stefano Solaroli, il deputato e sindaco di Vigarano Davide Bergamini e il consigliere regionale uscente del Carroccio Fabio Bergamini.

La vicenda al centro del processo risale al 2020 e ruota attorno alle presunte pressioni che Lodi, all’epoca vicesindaco, avrebbe compiuto sul coimputato Bertarelli affinché quest’ultimo prendesse provvedimenti disciplinari nei confronti di Servelli, reo di aver scritto sui social frasi offensive contro l’assessore (diffamazione per cui il dipendente Cidas è stato condannato a pagare una multa). Il 17 dicembre sarà dunque il giorno della verità. In quella data, a quattro anni e mezzo dai fatti, la vicenda arriverà finalmente a un suo primo punto fermo giudiziario.