Primo ciak: ‘La donna del fiume’. Sophia apre le porte del Roverella

Ad aprire il ciclo sarà oggi il film di Soldati con la Loren . Il saluto di Paolo Orsatti,. poi la proiezione alle 21 . .

Primo ciak: ‘La donna del fiume’. Sophia apre le porte del Roverella

Primo ciak: ‘La donna del fiume’. Sophia apre le porte del Roverella

Il ciclo di film ‘Ferrara: ciak sul territorio’, che si svolge d’estate nella corte interna di Palazzo Roverella, vede quest’anno protagonisti i film “La donna del fiume”, “Un ettaro di cielo” e “Torquato Tasso”. Ad aprire il ciclo è il film di Mario Soldati ‘La donna del fiume’ che sarà proiettato oggi alle 21. Prima della proiezione del film il saluto di Paolo Orsatti, presidente del circolo dei Negozianti che insieme a Cds Cultura Odv ha promosso il Centro Documentazione Studi e Ricerche Cinema Ferrarese diretto dal critico e storico del cinema Paolo Micalizzi, che presenterà questo film che ha per protagonista Sophia Loren. Girato nel luglio del 1954 il film è uscito alla fine dello stesso anno e segna il debutto in un ruolo significativo della celebre attrice napoletana. Lei, nel film che racconta una storia drammatica, è Nives, una bella ragazza che lavora alla marinatura delle anguille in un’azienda di Comacchio. Durante una festa da ballo Gino (Rik Battaglia), un contrabbandiere che da tempo la corteggia, riesce a farla sua e Nives ne diventa l’amante. Gino non intendendo avere legami stabili la lascia anche se lei gli dice di essere incinta: lui, addirittura, la respinge con cinismo. Lei allora si vendica denunciandolo, per cui viene arrestato. Messo al mondo un bambino , Nives va a lavorare alle foci del Delta del Po al taglio delle canne palustri affidando il figlioletto ad una ragazza. Il bambino riesce a fuggire ed annega nel Po. Gino, avvertito, si rifà vivo e promette a Nives di sposarla una volta uscito dal carcere. Un’opera che è valso a Sophia Loren il lancio internazionale, così come voleva il produttore Carlo Ponti che aveva con lei una relazione. Un’opera da fotoromanzo in cui Comacchio e il Delta fanno da protagonisti: si vedono i canali e le viuzze della città, ampie zone delle valli con in casoni, i lavorieri, le canne di palude e significative scene della marinatura delle anguille. E ciò , secondo il critico Vittorio Bonicelli, rende il film d’un bello di tipo neorealista d’altri tempi. Aggiunge anche un proprio apprezzamento per l’interpretazione della gente del luogo. Da segnalare che nel film figura come attore anche Florestano Vancini (che del film era anche aiuto regista): ricopre il ruolo del sacerdote che celebra il funerale del bambino.