"A Ravalle si rischia di rimanere senza lo sportello delle Poste". Nella mattina di ieri si è tenuto un partecipato sit-in davanti all’ufficio postale della frazione. Una protesta silenziosa ma dal forte valore simbolico. L’ufficio, secondo il piano di riorganizzazione di Poste italiane, sarà aperto solo tre giorni alla settimana. La riorganizzazione partirà dal 20 gennaio 2025,con aperture solo il martedì, il giovedì mattina e il sabato. Nella parte esterna dell’ufficio si sono radunati diversi cittadini preoccupati. "Alla luce di questa scelta di Poste italiane – dicono in coro – temiamo che il taglio dei giorni d’apertura non sia altro che l’anticamera della chiusura". Unanime lo sconforto dei presenti.
Tra questi la promotrice del sit-in, Loredana Maria Burlacu. "Quella che si prospetta è un impoverimento dei servizi esistenti in paese – attacca –. Nel periodo del Covid già avevamo visto quali furono le conseguenze, con molti anziani in difficoltà senza un ufficio in cui recarsi. La riduzione delle giornate di apertura costringe molti a spostarsi, non tutti gli anziani sanno utilizzare lo sportello automatico. Con questo sit-in abbiamo voluto fare sentire la nostra voce in maniera compatta, rivolgendo un appello chiaro a Poste italiane affinché riveda la propria posizione. Voglio precisare che questa protesta pacifica è stata organizzata da me, coinvolgendo tutti i concittadini di Ravalle, ed è rivolta esclusivamente all’azienda. Non ha alcuna connotazione politica". Riccardo Tieghi abita a Ravalle da oltre sessant’anni, il suo è un grido di indignazione paura. "Questo taglio delle giornate di apertura – sbotta – è una penalizzazione per la nostra comunità. Oggi abbiamo voluto ribellarci a questa assurda decisione. Non ci sto, vogliamo lottare assieme ad altri per fare in modo che ciò non avvenga. È bello vedere la solidarietà da parte di tanti residenti – ha aggiunto –. Sulla nostra comunità sta per abbattersi una stangata. La dirigenza delle Poste non si rende conto del disagio che crea alla nostra popolazione, fatta principalmente di anziani con problemi di spostamento verso altri uffici". Romano Adis ha 87 anni e da sempre abita nel paesino. "Ormai ho visto ‘morire’ diverse attività e lo svuotamento di molti servizi in questo paese – ricorda –. La comunicazione della riduzione delle giornate di apertura delle Poste ci preoccupa, in quanto teniamo che sia solo un’anticipazione di una chiusura dello sportello. Ci sono molte persone anziane come me, è importante avere un contatto diretto con il personale. Se l’avessi saputo non avrei aperto il conto corrente in Posta".
Arrabbiata anche Enrichetta Vincenzi che risiede a Ravalle nel 1992. "Ci siamo trovati qui davanti allo sportello perché non potevamo stare in silenzio di fronte a quello che è a tutti gli effetti un disservizio concreto per il nostro paese – scandisce –. Ci sono diverse persone che utilizzano i servizi delle Poste. Si è parlato tanto di attenzione verso le frazioni, ma il dato di fatto è che rischiano di ‘svuotarsi’ per l’assenza di attività e servizi".