FERRARA
In effetti mancava solo lei alla conta. Mentre si attende il ritorno della grande pittura ferrarese a Palazzo dei Diamanti, con la mostra sul Cinquecento che si aprirà a ottobre, e magari, in un giorno non ancora definito, anche di Palazzo Prosperi-Sacrati, la notizia del recupero della Porta degli Angeli come punto culturale (e non solo utile a fare stretching, prima del jogging sulle mura), non può che essere ben accolta dai ferraresi.
L’Amministrazione comunale di Ferrara, infatti, ha candidato un progetto sul bando del Ministero della Cultura (legge 77/2006), che finanzia interventi per la tutela e fruizione dei siti Unesco ed è risultato tra i primi comuni beneficiari, ottenendo un contributo di 249.750 euro per la creazione di un hub all’interno della Porta degli Angeli per la valorizzazione del sito ferrarese iscritto nella lista del patrimonio mondiale. L’Amministrazione co-finanzierà gli interventi con una somma di circa 28.000 euro. Con questo progetto, la struttura sarà quindi fruibile al pubblico, fungendo da centro per le attività informative e culturali incentrate sui riconoscimenti Unesco di Ferrara (1995) e del suo Delta del Po (1999), che ha ottenuto nel 2015 anche il riconoscimento di Riserva di Biosfera (Programma MaB Unesco).
Inoltre, all’interno dell’edificio, situato al termine di Corso Ercole I d’Este (un tempo via degli Angeli), sarà allestito un percorso di visita al pianterreno, con testi, immagini e video. "Ferrara sta recuperando siti di assoluto rilievo prima lasciati chiusi, dimenticati, non valorizzati in un’ottica ampia, continuativa e integrata", commenta il sindaco, Alan Fabbri, mentre l’assessore alla cultura, Marco Gulinelli, garantisce "un coinvolgimento della comunità locale e non solo: associazioni culturali, di categoria, guide, operatori del turismo". La speranza è che, in tutto ciò, vengano valorizzate anche figure come Giorgio Bassani, Bruno Zevi, Paolo Ravenna, Michele Pastore, e non solo, per il loro impegno verso la salvaguardia di quella parte di Ferrara, che a loro deve tanto. Se non tutto.
Francesco Franchella