GUENDALINA FERRO
Cronaca

"Pink Floyd, che passione. Vinili da tutto il mondo"

Stefano Tarquini, noto come Mr Pinky, dagli anni ‘70 colleziona dischi e cimeli "La chicca? The dark side of the moon giapponese con foto non autorizzata".

"Pink Floyd, che passione. Vinili da tutto il mondo"

Stefano Tarquini, alias Mr. Pinky, romano di nascita e trapiantato sul Delta del Po

Nel mondo del collezionismo musicale, ci sono figure che si distinguono per la loro passione e dedizione assoluta. Stefano Tarquini, meglio conosciuto come Mr. Pinky, è senza dubbio una di queste. Romano di origine trapiantato sul Delta del Po, Stefano è ben conosciuto per la sua collezione unica di vinili e oggetti dei Pink Floyd. Mr. Pinky ha saputo costruire, nel corso di oltre quattro decenni, una delle raccolte più complete e particolari dedicate alla leggendaria band britannica. Non solo collezionista, ma anche autore e fondatore del gruppo ‘Lunatics’, Tarquini è diventato un punto di riferimento internazionale per chiunque desideri esplorare l’universo dei Floyd.

Come è nata la sua passione per i Pink Floyd e quando ha iniziato a collezionare i loro dischi e oggetti?

"La mia passione per i Pink Floyd non è nata in modo univoco. Era la metà degli anni ‘70, un’epoca in cui ascoltavo gruppi come Genesis, Queen, Yes, Led Zeppelin e altri. Nel 1976, un cugino mi fece ascoltare Atom Heart Mother, l’album con la celebre copertina della mucca. Da quel momento, il mio interesse per i Pink Floyd si è distinto rispetto ad altre band: ho iniziato a tradurre i loro testi e a collezionare i dischi. La mia passione per i loro concerti mi ha portato a collezionare cassette live, ma è stato nel 1984, grazie a un regalo fortunato, che ho intrapreso la carriera di collezionista di vinili. Da allora non mi sono più fermato".

Qual è il disco della sua collezione che ha un particolare significato?

"Ho diversi dischi speciali. Essere un collezionista in un’epoca senza internet richiedeva uno studio approfondito. Bisognava conoscere le storie dietro ogni copertina o stampa. È proprio questo che conferisce alla collezione un valore più ampio. Alcuni esempi emblematici? Un Obscured by Clouds turco con la foto dei Queen in copertina o The Piper at the Gates of Dawn italiano del 1971 con una foto di Gilmour, inusuale per quell’album. Poi c’è il The Dark Side of the Moon giapponese, noto come ‘live cover’, ritirato perché la foto di copertina non era stata autorizzata dai Pink Floyd". Come si è evoluta la sua collezione nel corso degli anni?

"Inizialmente la mia collezione era piuttosto semplice. L’idea base era che ogni versione diversa mi mancava, quindi la cercavo e la prendevo. L’attenzione ai dettagli era fondamentale. L’evoluzione è avvenuta negli anni ‘90 con l’avvento di internet e la creazione del mio sito, The Mr. Pinky Discography. Dal 2001 raccolgo tutti i dettagli sui dischi dei Pink Floyd di ogni Paese. Questo ha reso possibile identificare le varie edizioni e, al contempo, condividere le informazioni con altri collezionisti". Ci sono altri collezionisti o appassionati con cui è in contatto per scambi di idee o oggetti? Chi sono i Lunatics?

"Sono in contatto con tantissimi collezionisti. Il progetto dei Lunatics è nato nei primi anni 2000 come una newsletter, diventata poi un vero e proprio Club Virtuale, conosciuto a livello internazionale".