CENTO
Con due nuove chicche in esposizione in Pinacoteca, inaugura oggi alle 17.30 la piccola ma preziosa mostra ‘Sentimento e ragione nella grande pittura di Ubaldo Gandolfi’, un pittore della seconda metà del 1700, nativo della vicina San Matteo della Decima, cresciuto guardando Guercino. Un artista che si è fatto molto apprezzare all’estero, ma che nella sua terra ha bisogno di essere riscoperto, obiettivo che si vuole raggiungere con questa mostra. Una sala che racchiude le due tele della Fondazione Cassa di Risparmio in mostra permanente, alle quali si sono aggiunte due chicche: la ‘Madonna che affida il Bambino a Gaetano da Thiene avrà al fianco il disegno preparatorio su carta, sanguigna a gessetto bianci e l’"Annunciazione" avrà vicino il bozzetto, questo grazie al prestito del Fondoantico di Tiziana Sassoli e di una collezionista privata. La sala è arricchita anche dalla presenza del modello della pala d’altare ‘I Santi Rocco e Sebastiano’ andata distrutta in un incendio e sul fondo, il dialogo con l’opera di Antonio Rossi ‘Elemosina di San Tommaso da Villanova’.
"Per la nostra Pinacoteca è molto importante continuare il percorso di valorizzazione di ciò che abbiamo, attraverso piccole mostre di approfondimento di artisti – ha aperto l’assessore alla cultura Silvia Bidoli – ora lo facciamo con un focus su Gandolfi, artista di grande dolcezza, per accrescerne la conoscenza e in una Pinacoteca che non si vuole fermare, in costante dialogo con la città, viva e attiva". Curatrice della mostra che si ricollega a quella del 2002 sul fratello Gaetano, è Donatella Biagi Maino, studiosa e docente dell’Università di Bologna che ha già espresso la volontà di voler continuare questo percorso di valorizzazione anche di Gaetano e Mauro Gandolfi.
"Fare una piccola ma preziosa mostra è stata una scelta coraggiosa perché si va controcorrente – ha detto la Maino – ma serve anche per affrontare temi scientifici e portare avanti la ricerca. Siamo davanti a 4 opere stupende che illustrano il modo di operare di questo grande artista, qui non sufficientemente considerato ma apprezzatissimo in Europa e soprattutto in America. Opere che mostrano la bellezza della pittura e la grande tenerezza ad esempio nella carezza della Madonna a San Gaetano. Ubaldo, partecipe della vita delle persone, del popolo che lo circonda, ci restituisce una concretezza di vita che deve essere appunto il modello per i fedeli e questa è la grande scoperta della sua pittura sacra. Ha una pittura potente e questa piccola mostra è un gioiello al quale ho lavorato anche con i miei studenti e che porti ad accrescimento culturale perché recuperare la conoscenza dei Gandolfi è recuperare la storia". Forte il legame con Cento. "Ubaldo è stato uno dei più grandi, nel secondo settecento, interpreti dell’arte sacra, cresciuto guardando i dipinti di Guercino che fu la sua ‘Carraccina’ – ha proseguito – ha un amore per Guercino e in parte ne imita anche la tecnica, usando come lui, ad esempio, lo spumino per disegnare in una sorta di fil rouge che li lega". Sottolinea anche i disegni che sono veri capolavori. "Ciò che abbiamo è prezioso – ha aggiunto Lorenzo Lorenzini, direttore della Pinacoteca – grazie ai due prestiti, abbiamo davanti le fasi della creazione artistica e ciò che emerge è l’estrema fedeltà che Ubaldo trasmette tra la fase progettuale e quella finale". Mostra che sarà aperta fino al 2 marzo. "In questa piccola mostra – ha chiuso la Bidoli - siamo riusciti a racchiudere la valorizzazione di un patrimonio artistico locale, il coinvolgimento di grandi studiosi e di giovani, il privato che ha messo a disposizione opere, toccando davvero ogni aspetto, permettendomi di rimarcare ancor di più la preziosità di questa sala". "Cento vive una stagione di straordinario attivismo in campo culturale – è il contributo dell’assessore regionale Mauro Felicori – con questa mostra si indica la strada che devono seguire i musei per affermare e mantenere vitalità e attrazione ma anche co i prestiti oculati come quello alle Scuderie del Quirinale".
Laura Guerra