FEDERICO DI BISCEGLIE
Cronaca

Petrolchimico tra luci e ombre: "Un quadro denso di incertezze". Pesa l’accordo sulle materie prime

Nei giorni scorsi l’osservatorio nazionale Lyondellbasell alla presenza dei chimici di Cgil, Cisl e Uil

Petrolchimico tra luci e ombre: "Un quadro denso di incertezze". Pesa l’accordo sulle materie prime

Petrolchimico tra luci e ombre: "Un quadro denso di incertezze". Pesa l’accordo sulle materie prime

Occhi puntati su Bari e Ferrara. L’osservatorio nazionale Lyondellbasell, che si è svolto nei giorni scorsi alla presenza dei segretari nazionali e locali delle categorie dei chimici di Cgil, Cisl e Uil, tratteggia un quadro di incertezze. Alcune note dolenti, altre positive.

Certo, come anche il nostro giornale ha scritto più volte – dando voce alle preoccupazioni espresse dai confederali – il grande punto interrogativo resta l’accordo di fornitura di materie prime tra Basell e Versalis, la cui chiusura viene auspicata "entro la fine dell’anno". Arriviamo agli asset. In linea di massima – ormai è un dato abbastanza consolidato per chi conosce la realtà del Petrolchimico – il reparto catalizzatori è quello che garantisce gli utili maggiori e, anche in prospettiva, rappresenta un punto focale importante sotto il profilo della produzione. "Anche in riferimento all’impatto dell’uso degli stessi, in relazione al progetto Circulen (piano di recupero e riutilizzo delle materie plastiche) – si legge nella nota dei sindacati confederali – i catalizzatori saranno comunque necessari nei progetti circulen revive e circulen renew". Parallelamente, però, si registra una contrazione del mercato di polipropilene e polietilene. "La contrazione dei volumi prosegue inesorabile e circa il 20% del prodotto consumato in Europa viene importato dal mercato medio orientale che non riesce più ad indirizzarlo verso i paesi asiatici, Cina in particolare, che ha aumentato la sua produzione – è la stima delle segreterie nazionali dei chimici –. Tutto questo al netto delle vicende geopolitiche relative al controllo del canale di Suez, che di fatto rallentano le importazioni". Il quadro, dunque, è abbastanza complesso e in prospettiva i margini di miglioramento non sono evidenti quanto meno nel breve termine, tanto più che "in Europa e in Italia i mercati restano deboli, con mancanza di domanda di beni durevoli". Il progetto Moretec delinea invece una traiettoria più incoraggiante. In particolare, il programma Vep "ha l’aspettativa di superare di 200 milioni di dollari (l’obiettivo del 2023). In più, l’affidabilità interna degli impianti è migliore del target". "Per quanto riguarda Ferrara – scrivono le sigle sindacali Filctem (Cgil), Femca (Cisl) e Uiltec – anche se ad oggi non tutti confermati, gli impegni societari sono comunque tangibili. Mentre dei progetti e investimenti annunciati solo poco tempo fa per Brindisi, ad oggi non abbiamo sentito conferme degli investimenti che sono previsti per progetti volti a migliorare l’affidabilità generale dell’impianto". A complicare ulteriormente il quadro, ci sarebbero scelte strutturali di orientamento industriale che starebbe compiendo Lyondellbasell a livello globale. "A questo preoccupante quadro – scrivono i rappresentanti dei lavoratori – va aggiunto il contesto globale, che vede LyondellBasell ripensare i propri assets". Di qui la promessa di monitorare e analizzare "il processo industriale visto anche nel contesto di filiera di chimica di base nazionale nel quale la multinazionale è inserita". Da ultimo, le sigle dei chimici chiedono un impegno dell’esecutivo nazionale. "Riteniamo non più rinviabile – è la chiusura – il fattivo avvio dei tavoli settoriali di politica industriale che il Governo ha istituito e che deve necessariamente occuparsi del contesto di sostenibilità delle attività produttive su entrambi i siti italiani".