Minacce, insulti e botte per impossessarsi della casa di famiglia. Sono i contorni dell’incubo nel quale è piombato un 74enne ferrarese per mano del figliastro. La vicenda, avvenuta tra il gennaio e il febbraio del 2023 a Porotto, è finita al centro di un’inchiesta per stalking e lesioni a carico del figliastro della vittima, un 44enne del luogo. Il caso è approdato ieri mattina davanti al giudice dell’udienza preliminare Carlo Negri per la discussione del processo in rito abbreviato. Al termine della discussione, l’imputato è stato condannato a due anni e otto mesi di reclusione, oltre a una provvisionale da cinquemila euro in favore del patrigno, costituitosi parte civile con l’avvocato Vincenzo Bellitti. Il verdetto del giudice ha disposto una pena più alta rispetto alle richieste del pubblico mistero Andrea Maggioni, il quale aveva proposto una condanna a due anni e quattro mesi.
I fatti. Come anticipato, la vicenda al centro del processo concluso ieri mattina prende le mosse all’inizio del 2023. Al centro ci sarebbero le pretese del 44enne, figlio della compagna della persona offesa. L’imputato, stando alle ricostruzioni accusatorie, avrebbe preteso di avere la casa frutto di una eredità della madre e nella quale il genitore vive insieme al convivente. Non ottenendo quello che voleva con le buone, il 44enne avrebbe iniziato a perseguitare la madre e il compagno con una serie di condotte opprimenti fatte di insulti continui e minacce, anche di morte. In più occasioni avrebbe chiesto con insistenza di avere le chiavi dell’abitazione e tutti i mobili all’interno della casa. In caso contrario sarebbero state botte. "Esci da casa mia e dammi le chiavi, ti spezzo le gambe, ti do tante di quelle botte che spererai di morire" sarebbero state alcune delle frasi proferite a carico del patrigno. L’evento più grave – e che è costato all’imputato l’accusa di lesioni – si è verificato il 18 gennaio. Il figliastro, secondo le accuse, avrebbe aspettato il patrigno vicino a casa e lì lo avrebbe pestato provocandogli ferite al volto e alla testa giudicate guaribili in trenta giorni. In particolare lo avrebbe assalito mentre si trovava in macchina. L’anziano in un primo momento sarebbe riuscito a chiudere e bloccare la portiera della vettura, ma l’imputato avrebbe continuato nel suo proposito, mandando in frantumi il vetro dell’auto.
Una serie di contestazioni che sono finite al centro di una denuncia presentata prima ai carabinieri e poi approdata in procura. Il caso, come anticipato, è stato definito ieri mattina in aula con una condanna severa a carico del figliastro.