
Stefano Totti: "Da anni sollecito l’intervento della Regione".
"Adesso il problema non si pone in tutta la sua pericolosità, ma sicuramente appena arriverà il bel tempo e comunque dalla primavera in poi, saranno problemi seri per i tutti i diportisti, che hanno le barche ormeggiate lungo il Po di Volano ad uscire dalla sua foce, perché ormai si sta piano piano chiudendo. Già adesso si esce solo se c’è una discreta quantità d’acqua, ma se abbiamo la bassa marea molte barche non riescono più ad uscire o rischiano la rottura dei motori". E’ l’appello che lancia il presidente del Circolo Nautico Volano Stefano Totti, la cui sede è presso la darsena di Codigoro, a chi deve provvedere a scavare la foce del Po. "Un intervento indispensabile per consentire l’espressione di questa passione – prosegue Stefano Totti – a tutti coloro che hanno delle barche ormeggiate lungo l’asta del fiume e devono percorrere il ramo più meridionale e meno antropizzato del delta del Po, per poi raggiungere la Sacca di Goro o il mare Adriatico". Lungo il Po di Volano insistono quattro realtà che consentono ai diportisti di ormeggiare le proprie imbarcazioni, e complessivamente ospitano circa cinquecento barche di varie metrature e pescaggio. Si tratta, oltre ai soci del Circolo Nautico codigorese, partendo da Codigoro, della Nautica del Delta nei pressi del ponte Baccarini, che tra l’altro rimessa e ripara barche di grosse dimensioni, e delle due Nautiche Mondo e Brancaleoni poco prima del ponte sul Po di Volano. Valentino Mondo fu il primo a sollevare il problema ben sette anni fa. All’epoca l’attuale primo cittadino Zanardi sottolineò come "la competenza dello scavo è della Regione", proprio alla Regione vengono rivolti dunque gli appelli di tutti coloro che non vorrebbero la prossima estate essere costretti a non poter più uscire dalla foce.
c. c.