REDAZIONE FERRARA

La gioia di Chiara: «Questa medaglia la dedico a Matteo Chiodi»

Storica vittoria di una ragazzina ferrarese ai campionati giovanili degli sbandieratori

Chiara Bertazzoli, in alto, con la medaglia di campione d’Italia assieme agli amici del Borgo San Giovanni

Ferrara, 28 giugno 2015 - «QUESTA medaglia è per Matteo Chiodi, sono certa che stia festeggiando con noi!». A dodici anni, Chiara Bertazzoli non ha dubbi: mostra fiera la medaglia di campionessa d’Italia (nella foto) e si gode un trionfo che per Ferrara ha un sapore storico. E’ la prima ragazzina a vincere un titolo tricolore fra gli sbandieratori. Già l’anno scorso aveva sfiorato il successo: «Ero arrivata seconda, ma mi sono allenata con impegno». Come ti sei avvicinata a questa disciplina? «In casa respiriamo l’aria di contrada, mia sorella Valentina, 21 anni, è nel gruppo musici di Borgo San Giovanni. E’ stata lei a farmi provare, la prima volta: poi il capocontrada mi ha dato una bandiera, ed è stata subito una grande passione». Da quanti anni ti alleni e gareggi? «Quattro anni. In piazza Municipale sono arrivata già terza, ma qui ad Ascoli finalmente ho ottenuto una bella vittoria». A chi la dedichi? «Ai miei genitori, Tonino e Stefania, che hanno fatto un tifo incredibile. Agli amici della Contrada ed ai miei compagni di scuola, alla Dante Alighieri. Poi un grazie speciale ai mieri allenatori Bonati, Ramari e Battaglia. Ed un pensiero, sempre, a Matteo Chiodi, il figlio di Giampaolo». Quest’anno frequenterai la seconda media. Hai un lungo percorso di studi davanti, e ti attendono tante sfide nel Palio. «A scuola per fortuna vado bene, nel Palio sono decisa a provarci. Il mio sogno è quello di arrivare, un giorno, a sfidare gli altri sbandieratori negli assoluti, sia in piazza Municipale che magari anche ai Nazionali. Ma so che dovrò allenarmi ancora tantissimo». Oltre al Palio, quali sono le tue passioni di dodicenne? La musica, il ballo, lo sport, le gite con le amiche?

«La mia grande passione è solo il Palio, non c’è niente di più emozionante».

Stefano Lolli