FEDERICO DI BISCEGLIE
Cronaca

Palestina, irruzione in Consiglio. Le urla: "Complici di genocidio". Fabbri: "Non rispettate la democrazia"

Militanti pro Pal e del centro ’La Resistenza’ interrompono i lavori durante la discussione del documento sul conflitto in Medio Oriente. Il sindaco: "Questa è la moderazione di chi vuole insegnare i valori della pace".

Militanti pro Pal e del centro ’La Resistenza’ interrompono i lavori durante la discussione del documento sul conflitto in Medio Oriente. Il sindaco: "Questa è la moderazione di chi vuole insegnare i valori della pace".

Militanti pro Pal e del centro ’La Resistenza’ interrompono i lavori durante la discussione del documento sul conflitto in Medio Oriente. Il sindaco: "Questa è la moderazione di chi vuole insegnare i valori della pace".

Al vertice della tensione. C’è mancato un soffio. Erano naso a naso: il sindaco Alan Fabbri e uno degli attivisti pro Palestina che hanno manifestato ieri in aula, interrompendo i lavori del Consiglio Comunale al grido "vergogna, vergona". Nella sala del consiglio inizia a salire la temperatura quando, a metà della discussione su un ordine del giorno precedente, gli spalti del pubblico si riempiono. C’è un tratto comune a tutti coloro che prendono posto sulle sedie: hanno la kefiah al collo. Qualcuno, ha una spilletta di partito: il Movimento 5 Stelle. Perché è stato il documento presentato da Marzia Marchi, capogruppo pentastellata, a portare il conflitto Mediorientale al centro dei lavori consiliari. E dello scontro innescato dai manifestanti pro-Palestinesi. "Genocidio", si sente gridare dagli spalti. Biancheggia uno striscione, che viene dispiegato: "Restate complici del genocidio". I colori dell’inchiostro sono nero, verde e rosso. Gli stessi della bandiera palestinese. Dopo il "vergogna, vergogna", il sindaco Fabbri non ci sta. "Vergognatevi voi", è la prima replica. Poi i toni si fanno ancora più accesi. Fabbri si avvicina agli spalti. Uno dei manifestanti – a cui la polizia locale ha già sottratto lo striscione – scende e si appropinqua. Sono vicinissimi. "Stringi la mano a un assassino e vieni qui a parlare di Palestina: l’altro giorno, duecento bambini morti. Con che faccia, con che faccia?!". Il riferimento è alla recente visita in municipio dell’ambasciatore d’Israele ricevuto proprio dal primo cittadino. La veemenza di come il militante si rivolge al sindaco è cristallizzata in un fermo immagine eloquente. Interviene ancora una volta la Digos, coadiuvata dalla polizia locale. "Siete in un’assise democratica – dice il primo cittadino rivolgendosi ai manifestanti – dovete rispettare il Consiglio Comunale: è facile fare così". Un altro dei pro-pal viene accompagnato verso l’uscita da un agente. "Ecco – rimarca Fabbri – esci, perché non ti meriti di stare qui dentro". Poi, il sindaco si rivolge al presidente del centro sociale ’La Resistenza’ Francesco Ganzaroli. "Quando mi accusi di avere le mani sporche di sangue, non sai cosa stai dicendo". Pronta la replica di Ganzaroli. "Come fai – dice – a professarti fratello dei palestinesi se non spendi neanche una parola per quelli uccisi, se stringi la mano all’ambasciatore di Israele e se non prendi posizione contro le frasi dell’ex consigliere Zocca che ha paragonato i palestinesi alle nutrie proprio in questa aula" Non è finita. Uno degli ultimi pro-pal rimasti sulle seggiole si alza. "Genocidio", sillaba portandosi le mani verso la bocca come ad amplificare la voce. "Rispettate la democrazia e ascoltate il Consiglio Comunale altrimenti state fuori", replica Fabbri. Scatta l’applauso della maggioranza che nel frattempo si è radunata lontano dagli spalti vicino, nel cuore dell’emiciclo accanto ai banchi della giunta. Mentre si avvia alla porta, Fabbri incrocia lo sguardo dell’opposizione e in particolare del consigliere dem Enrico Segala. Ne nasce un diverbio. Il sindaco vorrebbe che anche l’esponente della minoranza affrontasse a muso duro i manifestanti. Ma non accade. E Segala rivendica di "non voler essere associato ai manifestanti". I lavori del consiglio vengono sospesi. Nessun voto, benché la pentastellata – dopo che era già detonato il tutto – abbia chiesto "perché si deve sospendere la seduta". Il suo orientamento è risultato chiaro dalla mozione. Oltre che dall’abbigliamento: kefiah attorno al collo. Marchi, fra gli altri, chiede al sindaco di "attivarsi alla presidenza del Consiglio e alla Farnesina affinché l’Italia riconosca lo stato di Palestina. Sensibilizzando la cittadinanza sull’importanza della Palestina". Nessun cenno al 7 ottobre e alla barbara aggressione di Hamas ai danni di Israele: elementi invece presenti nel documento di Pd, La Comune e civica Anselmo. E in quello della maggioranza. Due popoli, due stati, tre documenti. Tanto rumore per nulla.