Ferrara, 17 febbraio 2022 - I rimbrotti contro le misure governative sono funzionali a ribadire che "quando c’è stato dato anche solo un piccolo spiraglio di apertura, le nostre mostre hanno collezionato risultati importanti in termini di visitatori". Vittorio Sgarbi, presidente di Ferrara Arte, legge e rilegge il dossier coi numeri di persone che hanno "potuto apprezzare le nostre iniziative, pur in questi due anni terribili". E’ reduce da un incontro al ministero, assieme al fedel assessore alla Cultura Marco Gulinelli che non perde occasione per ringraziarlo "per l’impegno costante nell’organizzare mostre ed eventi che conferiscono lustro alla città". Ma al di là dei "numeri importanti", l’annuncio che irrompe nella scena culturale ferrarese è quello di una mostra "la prima di un percorso titanico" nel febbraio del 2023.
Allorquando il Palazzo dei Diamanti, dopo la fase di cantiere, ospiterà la mostra ‘Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa’, che durerà fino al giugno del prossimo anno. "E’ la prima volta – così il critico d’arte - in cui organizzeremo un’esposizione dedicata ai pittori, anche quelli poco conosciuti, che hanno dato vita all’Officina Ferrarese". E in effetti tra i nomi sciorinati da Sgarbi, che idealmente ripercorrono oltre un secolo di storia della pittura estense, ce ne sono molti che hanno notorietà ben minore rispetto a un Benvenuto Tisi da Garofalo. Uno su tutti: Ortolano. Pittore che, absit iniuria verbis, "dipinse quadri sublimi, irripetibili". Scorrendo il programma delle mostre – sia di quelle in corso che di quelle in divenire – si potrebbe essere spinti a pensare che la ‘civiltà ferrarese’ contenuta nella delega dell’assessore Gulinelli, abbia trovato in qualche modo un riscontro nella scelta dell’offerta culturale. Eppure sia il presidente di Ferrara Arte che Gulinelli tengono a chiarire che "non c’è nessun campanilismo. Gli autori proposti rappresentano valori universali".
La personale di Adelchi Riccardo Mantovani, programmata a partire dal 5 marzo prossimo in occasione dell’ottantesimo anno di età dell’artista, è "sicuramente molto legata alla ferraresità, ma le opere di Mantovani sono frutto di una ben poco comune fantasia e rappresentano uno stile legato da un lato al rinascimento, dall’altro al De Chirico metafisico e al surrealismo di Delvaux". Dunque più che degne di essere ospitate al Castello Estense. Curiosa anche l’esposizione delle opere di Augusto Daolio, voce inconfondibile dei Nomadi, con il quale Sgarbi vantava una consuetudine pluridecennale. Pittore e disegnatore, Daolio illustra "un mondo onirico e magico, fortemente evocativo e simbolico". Per lui Ferrara Arte ha riservato la palazzina Marfisa d’Este, a partire dal 18 giugno prossimo. A metà settembre i ‘Diamanti’ ospiteranno il Museo della Follia che porterà in dote opere dal Cinquecento ai giorni nostri. Da Pontormo a Cecco Bravo: un viaggio sospeso tra il genio e gli altrove della perdizione. I primi giorni di aprile di quest’anno verrà invece aperta la mostra dedicata ai falsi nell’arte ‘Da Alceo Dossena ai falsi Modigliani’ a Palazzo Bonaccossi. Omaggio ad Antonioni al Pac (nel giugno prossimo), mentre la Biennale Donna aprirà verso la fine di Marzo.
Ma torniamo ai numeri. "Con nove mostre e sei sedi espositive, per un totale di 110.652 visitatori, cui si aggiungono 42.876 visite per il Museo della Cattedrale (11.479 visitatori) e per il Museo Schifanoia (31.397) – così l’assessore - i numeri dell’anno passato consegnano 34.619 visitatori all’antologica ‘Antonio Ligabue. Una vita d’artista’, al Palazzo dei Diamanti, mostra interrotta due volte per la chiusura dei musei a causa della pandemia (cinque mesi complessivi, dal 5 novembre 2020 al 31 gennaio 2021, e poi ancora dal 22 febbraio al 25 aprile 2021). ‘Boldini. Dal disegno al dipinto", in Castello Estense, ha chiuso con quasi 35.600 visitatori. La mostra in Castello su Giovanni Battista Crema ha registrato 67.547 visitatori, mentre oltre 19.283 (dati al 13 febbraio 2022) hanno già visitato ‘De Pisis. Il silenzio delle cose’".