MARIO BOVENZI
Cronaca

Ore 8: parte il bus della protesta. A bordo il futuro dei licenziati Tollok

Da Masi Torello a Bologna dove questa mattina si svolgerà l’incontro tra l’azienda e la Regione. La storia di Jennifer e Marco, da poco sposi, entrambi ’cacciati’. "Il mondo ci è crollato addosso" .

Oggi sposi, 27 luglio 2024. Celebra il sindaco di Masi Torello, Samuele Neri. Lei ha un vestito rosa, i fiori, un sorriso radioso come ogni donna nel giorno più bello. Lui un abito di un azzurro tenue, le scarpe blu, nel taschino la pochette. Il sindaco, sembra il più emozionato, ha la fascia tricolore. Lunedì 7 ottobre, sempre del 2024. Sembra passato un secolo. C’è un’altra immagine, sono sempre loro due. I volti scuri. Lei indossa un paio di jeans e una tuta; anche lui ha i jeans e uno smanicato, perché la mattina fa freddo. Anche un po’ nell’anima. Dietro di loro si vedono le bandiere dei sindacati. Ancora un po’ più in fondo, sfocato, il nome dell’azienda. Regal Rexnord, c’è una vetrata. E’ tutto chiuso. La produzione è stata portata in India, 77 dipendenti licenziati in blocco. "Ci è crollato il mondo addosso", il vento si porta via le parole al presidio che ormai da giorni i lavoratori hanno allestito davanti alla palazzina. E’ cambiata nel volgere di una mattina la vita di Jennifer Pavani, 48 anni, e Marco Sovrani, 57 anni. "E pensare – racconta lei – che abitavamo a Copparo. Abbiamo lasciato il paese per comprare un’abitazione a Masi Torello. Così eravamo vicini al lavoro, alle scuole. Avevamo tutto. E ora?".

Ore 8: parte il bus della protesta. A bordo il futuro dei licenziati Tollok
Da Masi Torello a Bologna dove questa mattina si svolgerà l’incontro tra l’azienda e la Regione. La storia di Jennifer e Marco, da poco sposi, entrambi ’cacciati’. "Il mondo ci è crollato addosso" .

Da nove anni avevano in un cassetto quel sogno, di sposarsi. "Era un po’ un sigillo, un simbolo, per far sentire i nostri tre figli ancora più parte di una famiglia. Adesso siamo qui, con un mutuo da pagare. Lo Stato, viviamo in un paese, in una democrazia con leggi e regole, deve far qualcosa. Non siamo dei robot, non si può cacciar via la gente così, basta con queste multinazionali che rompono tutto, che se ne vanno lasciandosi dietro le spalle vite a pezzi. Siamo esseri umani". Racconta – è soprattutto lei a parlare – che gli è stato detto di lasciare gli uffici, di uscire. Jennifer e Marco hanno tre figli. Una ragazza che ha 15 anni, due maschietti di 4 e 11 anni. Jennifer ha lavorato alla Ex Tollok per 22 anni, il marito ha varcato il cancello dello stabilimento per 30 anni. Fino all’altro giorno. E’ metà mattina, profumo di caffè al banchetto, qualche battuta per rompere il silenzio che si è fatto attorno. C’è chi si fuma una sigaretta per ingannare il tempo, chi un sorso dalla bottiglietta d’acqua. Oggi alcuni di loro si sono svegliati presto. Era quello l’orario del resto quando si andava a lavorare. Partirà una corriera, i fari a spazzare l’asfalto dell’A13. Direzione Bologna.

Alle 10,30 c’è l’incontro in Regione tra Vincenzo Colla, assessore allo sviluppo economico e green economy della Regione, e i vertici della Regal Rexnord. Loro – Jennifer e Marco. Patrizia e Ivan, Paola e Salvatore – saranno lì, con le bandiere per far sentire la loro voce. Quasi l’ultima speranza. "Cosa ci auguriamo? – è di nuovo Jennifer a rispondere –. Che vengano messi in campo gli ammortizzatori sociali. E’ necessario prolungare la trattativa per sondare se c’è qualche imprenditore pronto a farsi avanti, ad acquistare il sito. Se loro vogliono andarsene in India che lo facciano, ma va lasciata una porta aperta per chi vive qui, per gli operai che non sono numeri. Non siamo robot ma persone, con i nostri sogni, i figli da crescere. Ci hanno spogliato di tutto, ma non della voglia di lottare, non possiamo arrenderci. Per i nostri figli". Resteranno a Bologna fino alla fine dell’incontro, davanti ai palazzi bianchi della Regione. Le dita incrociate, pronti a mobilitarsi.