di Alberto Lazzarini
Due candidature praticamente blindate. Ma forse gli interessati (Lucia Borgonzoni e Davide Bergamini) faranno gli scongiuri anche se tutti i sondaggi, oggi come oggi, dicono che entrambi dovrebbero conquistare lo scranno parlamentare: Borgonzoni al Senato e Bergamini alla Camera. La presentazione ufficiale delle due candidature leghiste è avvenuta ieri mattina in una sede non casuale: il ‘Bahia Garden El Chiringuito’ appena sotto il grattacielo, dunque in una zona simbolo delle battaglie condotte dai salviniani in questi anni. Molti gli amministratori presenti (anche due sindaci: il bondenese Saletti e il copparese Pagnoni) e gli iscritti, con seguito particolare per il vicesindaco Nicola Lodi, che in questa parte della città ha messo radici costruendovi la sua fortuna politica; una fortuna che però non gli ha consentito di candidarsi a un incarico parlamentare. "Ha deciso Salvini valutando ciò che è stato fatto a Ferrara" ha commentato prima della conferenza. Ma con Davide Bergamini (è lui, come è noto, il prescelto per Roma) non esiste problema: "Ci conosciamo da una vita" e "il nostro rapporto è di amicizia sincera". Sentimenti, questi, poi confermati dal collega di partito che di recente gli ha ceduto l’incarico di coordinatore provinciale. Lodi ha però concluso, sorridendo, che si trasformerà in una specie di ossessione, o quanto meno un pungolo, per Bergamini affinché attui a Roma le istanze del territorio: insomma, prima i ferraresi.
Nel mirino, è il caso di dirlo, ci sarà il ritorno dell’esercito. Quanto ai candidati, Borgonzoni, giunta in treno da Bologna, ha subito osservato che "finalmente si torna a votare". Il programma della Lega, ha aggiunto, è ampio e comprende l’attuazione della flax tax. In chiave locale sogna l’avvio di "un polo dell’audiovisivo a Ferrara" e il recupero e il sostegno della tradizione del merletto. Il tutto nel segno di "prima gli italiani", uno slogan che "non capisco perché debba scandalizzare". Naturalmente orgoglioso della candidatura, Davide Bergamini ha ringraziato i "vertici" del partito, ha sottolineato i gravi problemi del Paese legati anzitutto all’energia: "Ha ragione Salvini che chiede subito una manovra (aumento del deficit pubblico ndr) di 30 miliardi". E ancora: un sostegno più forte all’agricoltura fortemente danneggiata dalle nostre parti. Sullo sfondo l’autonomia regionale e la rottamazione delle cartelle esattoriali. È molto fiducioso circa l’esito del voto che "premierà il Centrodestra" e in particolare "la Lega che ha già dimostrato di saper governare. A urlare sono bravi tutti". Chiaro il riferimento a Fratelli d’Italia con il quale il derby è già iniziato, anche a Ferrara. Se Balboni e C. guadagneranno forte all’ombra del Castello estense, quando sarà ora è garantito che presenteranno il conto.
L’incontro era stato aperto dal consigliere regionale Fabio Bergamini che aveva sottolineato alcune criticità locali: il ritardo nei rimborsi agli agricoltori per le gelate, "la sanità che non funziona" lamentando anche che le ricerche circa collusioni mafiose presso le imprese "sono addirittura più intense qui che al sud". Gli aveva fatto eco Matteo Rancan, commissario della Lega Emilia, che aveva presentato i due candidati sottolineando che non si tratta di persone "paracadutate" ma pienamente inserite nel territorio.