Opposizione al lavoro. Gruppo consiliare Pd,. Buriani è presidente. E lunedì il confronto

Da Campo Democratico alla sfida delle tariffe del teleriscaldamento, sarà il trait d’union con le altre forze della coalizione di centrosinistra. In settimana riunione per fare il punto sul post voto, sarà resa dei conti?.

Opposizione al lavoro. Gruppo consiliare Pd,. Buriani è presidente. E lunedì il confronto

Opposizione al lavoro. Gruppo consiliare Pd,. Buriani è presidente. E lunedì il confronto

Con il cuore a sinistra, da sempre. Cooperatore di lungo corso, animatore de think tank Campo Democratico. Massimo Buriani è figlio di un’epoca in cui la politica la facevano le persone e gli ideali. Ora, dovrà misurarsi con quella odierna, tendenzialmente più sguaiata e spesso priva di contenuti. A lui il Pd ha deciso di affidare l’arduo compito di essere il tedoforo del nuovo gruppo: presidente dei dem in Consiglio comunale. Benché la più votata nel Pd sia stata Anna Chiappini, la decisione ha propeso su di lui per una serie di ragioni, probabilmente. È stato il volto (e la mente) della protesta con i rincari del teleriscaldamento nei mesi in cui le tariffe erano volate alle stelle. Garbato ma risoluto, Buriani – stando alle prime dichiarazioni – si incarica anche di fare da trait d’union con le altre forze di opposizione. Certo, il Pd svolgerà una parte fondamentale in seno alle forze di minoranza. Essendo il primo partito in città – è bene ricordarlo – ha eletto sette consiglieri. Proprio lunedì è in programma una riunione dei dem per fare il punto sulla fase post elettorale e, soprattutto, sul modo in cui andrà affrontata la prossima consiliatura.

Pur nella coalizione perdente, i dem legittimamente rivendicheranno il loro peso ponderale che, immaginiamo, verrà fatto presente dagli eletti. Per lo più giovani: da Elia Cusinato, passando per Enrico Segala e Matteo Proto, Sara Conforti e Davide Nanni. Poi, oltre a Buriani, appunto la ‘lady preferenze’, Anna Chiappini (già consigliera nella precedente consiliatura) e prima sponsor di Buriani per il ruolo di capogruppo. In qualche modo, la designazione di Buriani rappresenta l’epifenomeno di un cambio di vocazione più ampio all’interno del partito. L’ala schleiniana è infatti preponderante. Proprio Buriani, che prima era iscritto ad Articolo Uno, fu trai promotori della mozione per portare l’ex vicepresidente della Regione alla guida nazionale del Pd. La situazione interna ai dem presenta una sua complessità che probabilmente emergerà in tutta la sua portata lunedì. Partendo dall’assunto che, dopo quella del 2019, anche quella di qualche giorno fa è una sconfitta schiacciante, il Pd tuttavia si trova in una posizione molto (molto) diversa da quella di cinque anni fa. In città il partito è cresciuto, si è radicato. I circoli hanno riaperto, sono state fatte diverse attività – tra cui alcune di livello notevole – ed è stata, dopo anni, organizzata nuovamente la festa de L’Unità cittadina.

Le tessere sono aumentate e il segretario comunale, Alessandro Talmelli, è riuscito a garantire al partito una buona stabilità, componendo – assieme all’ex capogruppo Francesco Colaiacovo – una lista competitiva. Non si sa, dunque, alla prova delle urne quanto abbia in effetti pagato il continuo tentativo di smarcarsi dal Pd. Un fatto è certo: il 23% lo colloca, dopo la lista di Alan Fabbri, al primo posto fra i partiti tradizioni. Per cui non si sa se ci sarà una resa dei conti interna. O forse ci sarà, ma non certo per un insuccesso del Pd, ma di qualcun altro.

Federico Di Bisceglie