
Omofobia, sette casi in pochi mesi "Assistite oltre cinquanta persone"
Quello avvenuto nei giorni scorsi non è il primo caso di omofobia denunciato ad Arcigay Ferrara. Sono sette, secondo i numeri del Centro Antidiscriminazione dell’associazione, i casi di persone che hanno subito violenza verbale o fisica sul territorio e che si sono rivolte all’ente di via Ripagrande. Il Cad ha iniziato la sua attività a marzo 2022 (con apertura degli sportelli a maggio) e comprende un’equipe multiprofessionale che offre uno sportello di assistenza psicologica, legale, di orientamento ai servizi socio sanitari e al lavoro. Le persone che si sono rivolte al Cad, per la maggior parte, hanno usufruito dello sportello psicologico e di orientamento ai servizi socio sanitari per condizioni di fragilità motivate da orientamento sessuale e identità di genere. Fragilità dovute a conflitti familiari, non riconoscimento della propria identità in contesti sociali quali la scuola e il lavoro o perché vittime di forme di discriminazione indiretta in contesti scolastici o lavorativi. In particolare, in questo anno di lavoro il Cad ha accolto in totale 57 persone, il 40% minori e oltre il 50% under 25.
"A Ferrara – spiega la coordinatrice del centro, Manuela Macario – in un anno di attività si sono rivolte a noi sette persone per episodi di violenza diretta, tutti uomini e M. (il ragazzo vittima del presunto episodio avvenuto venerdì in una pizzeria del centro, ndr) è il più giovane e l’unico che ha voluto rendere nota la vicenda. Gli altri sono tutti over 50, adulti che dopo averci raccontato episodi di violenza verbale, insulti, ricevuti in luoghi pubblici o da vicini di casa, la maggior parte, cinque di loro, non ha tradotto la denuncia fatta a noi, in modo informale, con un’azione legale tramite avvocato. Il tutto perché non visibili come persone omosessuali, e hanno il terrore che la vicenda giudiziaria possa metterli sotto i riflettori". Altro episodio gravissimo, prosegue Macario , "preso in carico dall’avvocato del centro Olesea Croitor, riguarda una persona che ha preferito non rendere pubblica la vicenda. Si tratta di una vera e propria aggressione, prima verbale poi proseguita con un inseguimento in macchina, per puro dileggio, prendendo di mira una persona che frequenta un luogo per incontri clandestini tra uomini omosessuali".
Le persone coinvolte non hanno proseguito nell’iter legale in parte per la paura di essere identificati come persone omosessuali, in quanto non dichiarati, in parte per "la profondissima sfiducia nella giustizia, vista l’assenza di una legge che tuteli le persone Lgbtq. Aspetto molto significativo, perché di fatto non ci si potrà appellare ad offese di stampo omofobo. Non esiste una legge che aggiunge questa aggravante, quindi se l’offesa non è accompagnata da minaccia è solo ingiuria, che è stata depenalizzata a illecito civile, considerato quindi meno grave".
l. b.