Coniugi uccisi a Pontelangorino, il baby killer si diploma dietro le sbarre. “Uscirà a 33 anni”

Riccardo Vincelli ammazzò i genitori con Manuel Sartori. Quest’ultimo ora è all’Arginone, parla il padre

Manuel Sartori aveva 17 anni quando commise il delitto, dopo alcuni anni al carcere minorile del Pratello è stato trasferito da alcuni mesi all’Arginone

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Ferrara, 16 febbraio 2023 – C’è una bicicletta appoggiata sul muro bianco, in via Fronte Primo Tronco 100ª, a Pontelangorino. In quella casetta vennero uccisi Salvatore Vincelli e Nunzia di Gianni, marito e moglie. Era il 10 gennaio del 2017. Sono trascorsi sei anni, l’abitazione è stata presa in affitto e lì ci abita un commerciante del paese. Riccardo Vincelli, il figlio della coppia, e Manuel Sartori allora avevano 17 anni, erano minorenni.

Riccardo Vincelli, ritenuto il mandante del delitto, sta scontando a Torino una condanna di 18 anni. Stessa pena deve espiare Manuel Sartori, 23 anni, da qualche mese trasferito nel carcere dell’Arginone dopo aver scontato parte della pena in una cella del minorile, il Pratello di Bologna.

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Sono trascorsi sei anni ma il tempo sembra essersi fermato oltre il cancello dell’abitazione a Caprile (Codigoro), dove abitano Rudy, 52 anni, e la moglie Monica, i genitori di Manuel. Nel camino bruciano i ciocchi di legno, appoggiata al tavolo a leggere una rivista c’è la nonna del ragazzo Alma, 81 anni, che non riesce a credere che il suo "bambino" – così lo chiama – abbia potuto uccidere una madre e un padre. "Erano buona gente", dice mentre le lacrime le rigano il volto, scuote la testa come a scacciare quel macigno che le schiaccia il cuore. "Ha capito di aver sbagliato, si è pentito", la sua convinzione. Manuel ha due fratelli, un ragazzo disabile e una sorella.

Manuel si trova all’Arginone da alcuni mesi, lo andate a trovare?

"Sabato è stato concesso un colloquio di un’ora, andrà mia moglie. Anche la nonna è già andata a trovarlo", risponde Rudy Sartori, il padre, che lavora per Clara nel settore della raccolta differenziata

Come sta?

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"Nostro figlio ha sbagliato. Lo ha capito e ogni giorno rivive quei momenti"

Quanti anni gli restano da scontare?

"La pena è di 18 anni, ne ha passati in carcere sei. Dopo una decina d’anni potrebbero concedere gli arresti domiciliari magari per buona condotta. Potrebbe uscire dal carcere a 33 anni"

Come trascorre i giorni dietro le sbarre?

"Si è messo a studiare, studia di tutto. Ha conseguito un diploma come operatore della ristorazione mentre si trovava nel carcere del Pratello. Ha ricevuto anche una borsa di studio, di 230 euro. Vuole continuare, vuole provare a prendere una laurea. E’ anche un modo per andare avanti, perché il pensiero va sempre a quello che ha commesso. Quando era al Pratello faceva volontariato, lavorava anche come imbianchino, studiava teatro. Purtroppo mio figlio è come me, è un debole. Ha un carattere debole"

Oltre a voi chi gli è rimasto vicino?

"La sua ragazza gli è rimasta a fianco. Lui ripete spesso che riesce ad andare avanti e che vive per lei. Ha 22 anni, è di Goro. frequenta l’università di Ferrara e vuole fare la criminologa"

Come riuscite ad andare avanti?

"Ogni giorno è una pena continua, andiamo avanti, dobbiamo farlo. Ma non sappiano nemmeno noi come ci riusciamo".