
I rilievi dei carabinieri al Big Town dopo il fatto di sangue. Nel riquadro, Davide Buzzi
Ferrara, 17 gennaio 2024 – I fotogrammi dell’orrore scorrono sullo schermo in un silenzio lunare. Sono da poco passate le 13 di ieri quando, davanti alla corte d’Assise, viene proiettato il video della telecamera interna del Big Town. Quel maledetto primo settembre 2023, l’occhio elettronico riprende ogni istante della violentissima lite culminata con l’omicidio del 43enne Davide Buzzi e il ferimento del 22enne Lorenzo Piccinini.
Quando le immagini iniziano a susseguirsi, sull’aula B del tribunale cala il gelo. Mauro Di Gaetano, 43 anni, titolare del bar a processo per il fatto di sangue, guarda fisso davanti a sé. Non sposta mai lo sguardo verso il monitor, se non per qualche fugace occhiata. A un tratto, scoppia in lacrime. Il padre e coimputato Giuseppe, invece, guarda senza muovere un muscolo. Natalino Buzzi, padre della vittima, lascia l’aula poco prima dell’inizio e non vi farà ritorno. Le scene sono pesanti e alternano momenti violentissimi ad altri di quiete apparente.
Terminata la prima visione, Mauro chiede alla Corte di poter uscire e lascia l’aula per qualche minuto. Poi rientra, scortato dagli agenti della polizia penitenziaria. Il padre allunga un braccio e lo sfiora. “Tutto bene?” si legge sulle labbra. “La visione del video – commentano a caldo gli avvocati di parte civile Gian Luigi Pieraccini e Francesco Mantovani – dimostra che i due imputati non avevano paura di Buzzi. Anzi, lo stavano aspettando con lucchetto e coltello. Ha inoltre dimostrato che dopo la coltellata a Piccinini si poteva evitare altro spargimento di sangue”.
Il video
Quella manciata di minuti di ripresa (momento più tragico di oltre un’ora di immagini che cristallizzano anche il pregresso di quella serata) sono la testimonianza più lampante di quanto accaduto al Big Town. Ed è proprio da lì che, dopo la prima proiezione, prende le mosse il luogotenente Davide Bruni, carabiniere del Nucleo investigativo che si è occupato delle indagini. Come emerso anche da precedenti testimonianze, poco prima delle 22 Buzzi passa in moto davanti al locale e minaccia il barista. Alle 22.12, la telecamera riprende Mauro che preleva il lucchetto della serranda, quello che poco dopo utilizzerà contro il 43enne. Alle 22.23 lo si vede in piedi, mentre tiene l’oggetto dietro la schiena. “Di Gaetano – spiega Bruni – lo appoggia nel luogo in cui lo prenderà per colpire Buzzi”. Poi si passa a esaminare le scene più concitate. Arrivano Buzzi e Piccinini con la tanica piena di gasolio e la appoggiano sul bancone. Appena entrano, il 43enne colpisce al volto Giuseppe (con un pugno una gomitata) e lo fa rovinare a terra. L’uomo si alza mentre Buzzi è al banco. “Adesso brucio tutto” si sente urlare.
Nel frattempo Di Gaetano padre affronta Piccinini. Parte la prima coltellata al petto del giovane. Le voci si accavallano. “Chiama l’ambulanza” urla Buzzi all’indirizzo di Mauro, che contatta i soccorsi da dietro il banco. Passano alcuni istanti e poi riesplode la violenza. Giuseppe raggiunge Buzzi e lo ferisce al collo. “Mi ha tagliato la gola – si percepisce –, stiamo morendo in due”. “Tu devi morire” sbotta Giuseppe rivolto al 43enne. L’azione ora è in una parte del locale meno visibile. Iniziano a volare i colpi di bottiglia, poi altre coltellate.
Ultimo atto
Siamo alla fine. Buzzi annaspa. Cerca un appoggio, ma non lo trova. Cade ai piedi del banco. Non può più parlare, fatica a respirare e non ha equilibrio. Mauro prende il lucchetto, spiega il luogotenente, “da dove lo aveva lasciato alle 22.29, senza guardare. Lo prende istintivamente e inizia a colpire”. L’immagine non si vede, la scena si svolge ai piedi del bancone. Ma l’audio è da brividi. Nel frattempo, Giuseppe continua a colpire Piccinini con una chiave inglese. “Basta, sono ferito – grida il giovane –, sono disarmato, non vedi come sono messo?”. Subentra Mauro che sferra un ultimo colpo a Piccinini con il lucchetto: “Mi hai rovinato la vita”. Sullo sfondo iniziano a vedersi i lampeggianti dei carabinieri. Quando il primo militare entra al Big Town trova solo Mauro, sconvolto. “Voleva darci fuoco, ci voleva ammazzare. Ci siamo difesi”.