Omicidio Bergamini. Il conto della procura: : "La ex va condannata a 23 anni di carcere"

Internò ritenuta la mandante: "Denis l’aveva lasciata, lei lo voleva morto". Donata, sorella del calciatore: "Lei diversa? No, mai cambiata da allora". Riconosciute le attenuanti generiche per il tempo trascorso dal delitto.

Omicidio Bergamini. Il conto della procura: : "La ex va condannata a 23 anni di carcere"

Donata Bergamini durante una visita al luogo dove è ricordato suo fratello Denis

di Cristina Rufini

Provata, come prevedibile, da ore e ore di ascolto di una requisitoria che l’ha trasportata di nuovo in anni e anni di dolore e battaglie per arrivare a ieri. A sentir pronunciare davanti alla Corte di Assise che Isabella Internò è la mandante dell’omicidio di suo fratello. Ma la condanna a 23 anni per un un omicidio premeditato e per motivi abietti, per la famiglia del calciatore appaiono pochi.

La procura ha riconosciuto le attenuanti generiche per i 35 anni trascorsi dal delitto e perché ’Internò oggi è una persona diversa da allora’, che cosa si sente di dire?

"Per quanto riguarda la posizione di Isabella Internò, sono sicura che non è cambiata, assolutamente. Zitta è stata allora e zitta è stata adesso. Sono convinta che sia la stessa persona di 35 anni fa, anzi direi forse peggio".

Quindi per lei c’è stata addirittura un peggioramento?

"Sì. Ripeto non ha detto nulla allora e così ha fatto dopo trentacinque anni, continuando peraltro a fare la vittima, così come ha fatto fin dall’inizio della vicenda".

Si sente di aggiungere altro in merito?

"Direi di no, preferisco per ora continuare a mantenermi piuttosto chiusa, solo che c’è una bella differenza tra chi per molti anni ha atteso giustizia e per chi per molti anni ha tradito la giustizia".

In aula, in questi due giorni ha dovuto rivivere tutte le fasi più importanti dall’omicidio di suo fratello, fino al riassunto di quanto emerso durante il processo...

"Posso dire che è stata una bella requisitoria, mi è piaciuta molto. Ha messo in luce tutte le verità, quelle verità che sia io che mio padre (Domizio, morto nel 2020, ben prima dell’inizio del processo, ndr) gridavamo fin dall’inizio".

C’è amarezza per aver dovuto attendere tutti questi anni?

"Ovvio, quelle emerse nel processo e dalla requisitoria sono verità che dovevano essere portare alla luce già nel 1989, ma qualcuno non le ha volute portare".

Alcuni dei passaggi della requisitoria sono stati essenziali per mettere in luce, secondo la procura di Castrovillari, il ruolo di mandante che Isabella Internò ha avuto nell’omicidio del calciatore argentano. In particolare i passaggi della testimonianza della moglie di un ex calciatore, collega all’epoca di Donato Bergamini, Tiziana Rota. Sei giorni prima dell’omicidio Rota tornò a Rende per incontrare l’amica Isabella. "Mi ha detto che mi doveva parlare di Denis – ha raccontato Rota e ieri ricordato dal pm Primicerio – ch lui e l’aveva lasciata per sempre". E poi ancora: "Tizià è un uomo morto, se non torna con me lo faccio ammazzare! Tu non puoi capire l’onore, tu sei del nord!". Sei giorni dopo Bergamini è stata ammazzato e Isabella Internò era con lui.