Nei teatri di conflitto internazionali si è oramai consolidata una alleanza tra i paesi musulmani più radicalizzati e i paesi di stampo socialista. Dato che appartengono a forme di Stato completamente differenti – nei primi la religione influisce nella legislazione e nell’esecutivo, mentre nei secondi la religione ha un apporto molto marginale nella vita politica – appare evidente che l’alleanza di queste due realtà è fondata solo contro il comune nemico, ossia l’Occidente. C’è però un altro dato che li accomuna: la persecuzione contro i cristiani nel mondo.
Sarà presentato oggi alla Camera il report di Open Doors, dove emerge che oltre 380 milioni di cristiani nel mondo sono vittime di persecuzioni, uno su sette, 15 milioni in più dello scorso anno, mai così tanti nella storia, e i paesi maggiormente responsabili di ciò sono proprio quelli Islamici e socialisti. Le nazioni dove le persecuzioni sono più feroci sono la Corea del Nord e quelle nell’Africa Subsahariana. Quasi 4500 cristiani all’anno vengono uccisi per motivi religiosi, gli altri incarcerati, torturati e costretti a vivere la loro fede nella clandestinità.
Per loro non ci sono manifestazioni di piazza, nessun movimento ‘Procrist’, sopportano le persecuzioni nell’assordante silenzio di ambasciate impotenti e nella generale accettazione occidentale che la violenza e prevaricazione, religiosa o politica, nei paesi totalitaristi sia ‘la norma’.
Commissione Difesa della Camera dei deputati