Ferrara, 18 novembre 2024 – L’attesa per i 100 anni tra una partita di petrangola e bridge. A Lagosanto grande fermento tra figli, nipoti e pronipoti di Laurina Grassi, che il prossimo 27 novembre taglierà l’invidiabile traguardo del secolo di vita. Il tutto in piena lucidità mentale e qualche acciacco fisico, ha vissuto una vita ricca di esperienze che raccontano un pezzo della storia della comunità del basso ferrarese. Nonna Laurina è cresciuta con la sua giovinezza nel post prima guerra mondiale, per poi vivere da neo mamma nella Seconda guerra mondiale. Laurina Grassi ha sempre abitato e vissuto a Lagosanto, si è sposata con Dino Fogli ed avuto quattro figli, tre femmine e un maschio. Nella sua vita ha lavorato molto come bracciante agricola, non riuscendo a frequentare le scuole, quindi ancora oggi fatica a scrivere, ma conosce bene i numeri. In questo secolo ha conosciuto il dolore per la scomparsa di una figlia di giovane età e quella dell’amato marito.
Dopo il pensionamento, Laurina si è dedicata a tempo pieno al suo ruolo di mamma e nonna, sette i nipoti e più pronipoti. In questi cento anni ha attraversato molteplici cambiamenti, ma ha sempre mantenuto un forte legame con il territorio di Lagosanto e le tradizioni locali. Il prossimo 27 novembre, quindi, spegnerà le cento candeline: “Stiamo pensando ad una festa carina per la nonna – spiega la nipote, Cristina Carletti – anche perché le abbiamo chiesto cosa voleva ricevere e ci ha risposto che non sa cosa ci sia in questo mondo. Comunque la festeggeremo a dovere come merita”. Una simpatica curiosità, nonna Laurina ha la grande passione per le carte, come racconta la nipote: “Tutti i pomeriggi le piace giocare a petrangola, mentre dopo cena gioca con le figlie a bridge fino a tarda notte. Una cosa è certa, vuole sempre vincere, lei è molto lucida e conosce bene il gioco. Nonna ci racconta come nel periodo della guerra, non era povera, ma la ‘più povera’. Tra i tanti aneddoti, quello legato a mia mamma Pina, la prima figlia, che veniva portata in giro con una borsa. Nel periodo della guerra, restò vicina a Lagosanto, se pure sfollata in una zona poco lontana. Altra storia quella in cui prese un ‘quadrato’ della mantella di mio nonno perché le serviva per coprire mamma”.