MARIO BOVENZI
Cronaca

"Non siamo criminali, stop alle telecamere a bordo delle barche"

I pescatori applaudono al ricorso del governo alla corte di giustizia Ue "La normativa Europea è una follia, siamo lavoratori, violata la privacy".

"Non siamo criminali, stop alle telecamere a bordo delle barche"

"Non siamo criminali, le telecamere in barca sono l’ennesima follia dell’Europa". Non usa mezzi termini Fausto Gianella, presidente della cooperativa ittica La vela. Che boccia con forza quanto è stato disposto dal regolamento del parlamento europeo e applaude il governo che, su proposta del ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, ha depositato nei giorni scorsi il ricorso alla Corte di Giustizia dell’Unione europea contro gli occhi elettronici a bordo.

Una levata di scudi che arriva in modo pressoché unanime dal mondo della pesca, già pesantemente colpito dalla lunga crisi causata dall’invasione nella nostra costa del granchio blu. Ormai il settore delle vongole è in ginocchio da mesi. Michele Ballerini, 26 anni, fa parte della cooperativa ’Lo scanno’ di Goro. Dice: "Raccogliamo ancora qualcosa, ma parliamo veramente di quantitativi esigui. Stiamo lavorando le vongole che arrivano da altri paesi, come il Portogallo". Poi affronta la questione delle telecamere a bordo delle barche. "Sinceramente non riesco a capire a cosa possano servire – sottolinea –. Se vogliono controllare quello che gettiamo in mare mi sembra una decisione priva di senso, vessatoria. Il pesce di scarto, il cosiddetto pesce di risulta, che viene buttato in mare è del tutto naturale. Non va certo ad inquinare l’ambiente, anzi arricchisce la natura andando ad alimentare le specie che la popolano. No, noi pescatori siamo assolutamente contrari. Tra l’altro con tutti i problemi che vive il comparto proporre e riproporre questi regolamenti sembra un assurdo, uno schiaffo ad una categoria che lavora". Anche Gianella punta il dito e boccia senza appello la disposizione della Ue. "Noi lavoriamo sulle barche e con quelle telecamere vogliono filmarci, vogliono riprenderci – sbotta –, bene ha fatto il governo a rivolgersi alla Corte di giustizia dell’Unione europea. E’ una misura iniqua, uno schiaffo ad un’intera categoria. Già vessata da mille regolamenti, da obblighi".

A bordo della barche ci sono da anni tablet che registrano l’uscita e l’entrata della barca nel porto. "C’è anche un altro strumento – riprende – attraverso il quale viene individuata la posizione esatta nella quale ti trovi con l’imbarcazione. E adesso se ne escono con le telecamere a bordo, telecamere che tra l’altro dovremmo pagare noi. Ripeto, siamo alla follia. Questa non è l’Europa che vogliamo". L’europarlamentare della Lega Rosanna Conte, coordinatrice del gruppo Id in Commissione Pesca, esulta: "Non posso che essere soddisfatta del ricorso presentato dal governo italiano alla Corte di Giustizia dell’Unione europea contro le telecamere a bordo previste dal regolamento controlli nel settore della pesca. Questa è una storica battaglia che a nome della Lega ho portato avanti in questi anni denunciando gli insensati contenuti del regolamento che danno la possibilità agli Stati membri di video sorvegliare i pescatori come se fossero dei delinquenti e aumentano i controlli penalizzando una categoria fondamentale per la nostra economia. Sulle telecamere a bordo auspichiamo un cambio di rotta. I pescatori non sono criminali, desiderano unicamente essere liberi di lavorare, senza limitazioni assurde".