Cento (Ferrara), 31 luglio 2024 – Non era stata ammessa a sostenere l’esame di maturità, ma lei, una studentessa dell’Istituto Bassi-Burgatti di Cento, era convinta che si fosse trattato di un’ingiustizia. Per questo aveva riposto speranze nella giustizia dei tribunali. Non mettendo però in conto la lentezza che non di rado ’serpeggia’ tra le aule. La mancata ammissione alla prova finale, quella che finalmente dopo cinque anni di studi ti consegna l’agognato ’diploma’ risale all’anno scolastico 2020/2021. L’udienza per discutere il merito viene fissata dai giudici amministrativi solo il 10 luglio scorso. Poco meno di un mese prima, per la studentessa che evidentemente in ben tre anni scolastici avrà risolto da sola il ’problema’ della mancata ammissione, aveva dichiarato di “non avere più interesse” a discutere la causa di merito. Comprensibile.
L’iter giudiziario. Con verbale del 5 giugno 2021, il consiglio di classe dell’Isit Bassi-Burgatti, in sede di scrutinio finale, non ammette la studentessa a sostenere l’esame di maturità. Lei impugna la decisione davanti al tribunale amministrativo di Bologna. Nel merito e chiedendo anche la sospensione cautelare dell’efficacia di quel verbale che le negava di potersi diplomare. L’udienza per discutere la decisione cautelare, cioè la sospensiva dell’efficacia della non ammissione, viene fissata al 13 luglio del 2021, cioè poco più di un mese dopo la decisione del consiglio di classe. I giudici amministrativi non concedono la sospensiva e rimandano la decisione finale all’udienza di merito. Che però viene fissata con tre anni di ritardo. Eh sì, tre anni, cioè tre anni scolastici dopo.
La conclusione. Il l 10 luglio scorso, in udienza, i giudici del Tribunale amministrativo regionale di Ferrara hanno di fatto solo preso atto dell’“improcedibilità” della causa, perché il 17 giugno, la studentessa aveva deposito, tramite il suo legale, la dichiarazione di “non avere più interesse” alla definizione della causa. Dopo tre anni evidentemente aveva risolto da sola, e in altro modo, quella bocciatura che aveva vissuto come una vera e propria ingiustizia. Non sapremo mai se lo è stata davvero, considerando i tempi così lunghi in cui si sono mossi coloro che avrebbero dovuto stabilirlo.