REDAZIONE FERRARA

Niente canti nella messa funebre: "Il parroco ci ha detto di no"

C’è anche chi invita alla comprensione nei confronti di don Sante "E’anziano e merita rispetto".

Il duomo di Argenta

Il duomo di Argenta

Niente messa cantata per il defunto nella chiesa di Argenta, non perché mancano i coristi, ma per il divieto del prete celebrante. E si scatena la protesta sul web, tra le più colorite quella di Liana Gavioli: "Vorrei esprimere pubblicamente la vergogna che ho provato oggi (venerdì, ndr) verso la nostra parrocchia, che non si possa cantare in chiesa per un defunto mi pare assurdo, ancor di più se il coro è composto da ex studenti diplomati al conservatorio che conoscevano i brani per rito funebre. E’ stato loro vietato perché, si è difeso il parroco, "ad Argenta funziona così, queste sono le regole".

Non si è potuto nemmeno suonare l’organo perché le chiavi non c’erano. Una mancanza di tatto: perché proibire di accompagnare in musica l’ultimo saluto di una persona che abbiamo amato? Ecco perché le chiese si vuotano". La gaffe è evidente, da più parti si invita alla comprensione per don Sante Bertarelli, questo il nome del sacerdote celebrante: "Don Sante ha più di 80 anni e credo meriti rispetto, in nome dell’amore per il prossimo. Ricordo poi che non è il parroco di Argenta, ma un sacerdote che alla sua età collabora ancora nel suo ruolo quando invece, in altre situazioni fanno i pensionati". Riccardo Rossi prende a modello niente meno che Sant’Agostino, il quale insegnava che "il cantare è proprio di chi ama" e che chi canta prega due volte. È vero: cantare è un atto d’amore, e facendolo preghiamo con le parole e con la musica, con il cuore e con la voce, con la devozione e con l’arte. Incomprensibile, poco civile e poco umano, prima ancora che cristiano. Bisognava ignorare questa indicazione censoria e ignorare anche atteggiamenti simili futuri. La chiesa è della comunità e non una sala congressi gestita da privati. Che cosa assurda non poter cantare due minuti per salutare qualcuno che se ne va per sempre".

Franco Vanini