FEDERICO DI BISCEGLIE
Cronaca

Nelle mappe rinasce la frazione: "Strade, abitazioni e argini del Po. Gli studenti ridisegnano Ponte"

I progetti realizzati da 150 studenti di Architettura verranno esposti in una mostra oggi all’Arcobaleno. Illustra il piano pilota Gianfranco Franz, docente di Urbanistica e green economy nel nostro ateneo.

Nelle mappe rinasce la frazione: "Strade, abitazioni e argini del Po. Gli studenti ridisegnano Ponte"

Nelle mappe rinasce la frazione: "Strade, abitazioni e argini del Po. Gli studenti ridisegnano Ponte"

E se il futuro di uno dei quartieri più popolosi e complessi dell’hinterland passasse anche dalle mani di 150 studenti di Unife? È meno di una certezza, ma più di una probabilità. Certamente, un grande sogno costruito – grazie all’input del docente di Urbanistica e green economy nel nostro ateneo, Gianfranco Franz – attraverso un’esperienza laboratoriale che ha portato i ragazzi, per mesi, a confrontarsi con gli abitanti di Pontelagoscuro e che li ha visti elaborare dei piani per il futuro che travalicano i confini dell’Urbanistica. Proprio questi lavori saranno presentati oggi pomeriggio al centro sociale il Quadrifoglio a partire dalle 17. Un’occasione che aprirà anche un dibattito tra ingegneri, architetti e docenti sul "paese che sarà". Al Carlino, Franz anticipa gli aspetti salienti delle tappe che hanno portato all’elaborazione di queste ‘tavole’ realizzate dagli studenti.

Professore, come nasce l’idea di concentrarsi su Pontelagoscuro per immaginarne il futuro urbanistico dei prossimi anni?

"Si tratta di un progetto che annualmente gli studenti di Urbanistica sono chiamati a fare. Un percorso che ritengo fondamentale per la loro maturazione professionale, perché dà loro la possibilità di stare a stretto contatto con la città e con gli abitanti di un quartiere che sta vivendo una grande trasformazione. Ponte rappresenta un laboratorio, anche di tipo sociale, con frizioni generazionali, transizioni, comunità che mutano. Ed è anche da lì che passa il futuro urbanistico della nostra città".

Sulla base degli elementi raccolti ed elaborati dai ragazzi, che tipo di priorità sono emerse per la zona?

"L’esigenza di una riorganizzazione complessiva del trasporto pubblico e della viabilità. È fondamentale in questo senso che l’asse di via Padova sia decongestionato e reso maggiormente fruibile. Il ragionamento viabilistico dovrebbe essere comunque articolato su larga scala, anche oltre la via Padova. Parallelamente, per ‘recuperare’ il quartiere, occorre agire su altri due versanti in linea prioritaria".

A cosa si riferisce?

"Vanno senz’altro recuperati e resi idonei all’abitabilità i circa venti alloggi popolari Acer, in modo da ‘occupare’ un’altra porzione di quartiere e arginare il degrado. Poi, vanno immaginate degli interventi efficaci per una riqualificazione complessiva dell’argine dalla parte ferrarese".

Che riscontri ha avuto dagli studenti, al di là dell’aspetto meramente progettuale?

"Sicuramente per loro si tratta di un’esperienza molto formativa. Si sono confrontati, per circa un mese e mezzo, con gli abitanti del luogo, con la comunità marchigiana che si è insediata ai tempi del boom Montecatini, con la popolazione migrante, con i giovani e con gli anziani. Penso che sia un grande investimento per loro in termini culturali e per noi in termini di capacità di vedere, attraverso i loro occhi, il futuro di una frazione davvero importante per questa città".