Dall’emblematica caduta di Fetonte alla drammatica conclusione di Athos Fadigati (il medico omosessuale degli Occhiali d’oro di Giorgio Bassani). Una sola costante: il fiume, il fiume Po. Che scorre, che lava. Talvolta elimina talaltra nasconde. Ma poi, inesorabile, rivela. Parte da questo ‘Gli uomini pesce’ (Einaudi), romanzo che sta avendo un grande successo di pubblico e di critica, al cui centro vi sono proprio il territorio di Ferrara e il suo Delta. Verrà presentato questa sera, alle ore 21, in prima nazionale, al Consorzio Factory Grisù - Sala Macchine (evento in collaborazione con il Centro Sociale la Resistenza). L’autore, ‘Wu Ming 1’, fa parte del collettivo Wu Ming, i cui membri, da 25 anni, appaiono "solo dal vivo, alle presentazioni, in luoghi fisici, tangibili. Non affidiamo le nostre sembianze alla mediazione elettronica".
Wu Ming 1, il libro prende le mosse dall’epocale secca del Po del 2022. Oggi il Po, i fiumi, spaventano per ragioni opposte.
"Siccità e alluvioni, piene e secche, esondazioni e cuneo salino... È tutto collegato, momenti dello stesso processo. I lunghi periodi di surriscaldamento causano poi violenti nubifragi, la siccità indurisce il suolo e questa è una concausa delle alluvioni. A impedirci di cogliere la continuità è la separazione dei momenti in ‘notizie’, pacchetti di informazione distinti l’uno dall’altro, che nel flusso dei media si avvicendano e si annullano".
Chi sono gli ‘uomini pesce’?
"È la domanda che si fa Antonia, la protagonista, e che prima di lei si è fatto suo zio Ilario, fin da quand’era partigiano nel Mezzano, nelle valli di Comacchio e a Mesola. Posso dire che per crearli mi sono ispirato all’Homo Saurus, un essere presuntamente avvistato nel Po negli anni Ottanta. Ne scrisse anche il Carlino e nel 2004 gli fu dedicato un libro, edito proprio a Ferrara da Cartografica Edizioni".
Perché ha scelto la città di Ferrara per ambientare il romanzo? La definisce ‘città di sottomondi e reticoli nascosti’.
"Il romanzo è ambientato anche a Ferrara, ma si svolge soprattutto nel basso ferrarese, dove sono nato e cresciuto, e nel Delta. Gli uomini pesce è parte di un progetto più vasto, ‘Blues per le terre nuove’, dedicato a questo territorio e a come la crisi climatica debba farci rivedere la sua storia, mettendo in discussione gran parte delle scelte fatte dall’Ottocento a oggi, ad esempio la cementificazione del litorale e le troppe bonifiche, di cui una – quella del Mezzano – ritenuta fallimentare da ogni esperto disinteressato".
Nel libro si legge del partigiano, Ilario Nevi, e della nipote, la geografa Antonia Nevi. Trovo che sia interessante il suo mestiere di geografa.
"Antonia ha studiato geografia e intrapreso quella strada accademica perché ama il nostro territorio, lo ha esplorato fin da piccola con Ilario. Al Delta ferrarese Ilario ha dedicato diversi documentari e anni di attivismo da membro di Italia Nostra, all’epoca presieduta da Giorgio Bassani (omaggiato da Wu Ming 1, Bassani compare nel romanzo come personaggio ndr.). Antonia si strugge per lo stato in cui versa il territorio, e soprattutto per il destino che incombe su di esso: tornare sott’acqua, per via dell’innalzamento dell’Adriatico. Questo dolore arricchisce il suo essere geografa, rende appassionata la sua scrittura".
Durante la serata al Grisù verrà distribuito un opuscolo, ‘Tornare nel Delta al tempo della crisi climatica’. Di cosa si tratta?
"Da un paio d’anni faccio parte di un gruppo di lavoro informale che si riunisce a Ferrara e periodicamente perlustra il Delta. Ci sono storici, antropologi, urbanisti, artisti. ‘Tornare nel Delta’ è una prima sintesi delle riflessioni che abbiamo fatto finora. ‘Gli uomini pesce’ deve molto anche a queste occasioni di confronto ed esplorazioni, non a caso in fondo al libro ringrazio tutte le persone coinvolte".
Francesco Franchella