"La leggenda narra che, quando la moglie di Socrate al culmine di un litigio, gli rovesciò dalla finestra una secchiata d’acqua fredda, il filosofo esclamò "tanto tuonò che piovve!" Stavolta, l’acqua gelata sui lavoratori l’ha versata Berco. E senza nessun furioso litigio. Eppure, da anni il tuono si sente! Bastava verificare, quanta Cassa Integrazione è stata fatta negli ultimi anni o quanti lavoratori più o meno "spintaneamente" sono stati espulsi dall’azienda. In 12 anni le produzioni si sono ridotte ad un terzo e gli addetti sono la metà. Ora Berco ha chiesto ulteriori 480 licenziamenti! Berco in questi anni ha fatto un restyling: una nuova facciata, un nuovo centro di progettazione a vista, il rifacimento del logo. Assieme alle Istituzioni Locali e alle forze dell’ordine, si sono tagliati nastri e torte, brindando ad un radioso futuro. Tutte operazioni inutili a svecchiare le produzioni aumentandone il contenuto tecnologico e il conseguente valore commerciale o, ad aggredire nuovi mercati. Serviva un piano di reindustrializzazione dello stabilimento. Si è scelto invece di investire sui licenziamenti dando buone uscite a coloro che abbandonavano l’azienda, provando a competere sui costi anziché sulla qualità dei prodotti. Se ai tempi di Morselli si sono poste basi per il declino Berco, i dirigenti che si sono susseguiti hanno proseguito l’opera con la loro assenza di iniziativa ed inadeguatezza manageriale. Di queste mancate scelte, viene chiesto ai lavoratori di pagarne il conto. Sarà un territorio, dove già persistono evidenti difficoltà sociali ed economiche, a patirne le drammatiche conseguenze. Smettiamola di blaterare solo dei motivi che frenano lo sviluppo di questa provincia (infrastrutture, Zls, pernottamenti, ecc.), oggi, dobbiamo riuscire a difendere il lavoro esistente. Serve uno sforzo collettivo, senza distinzioni di appartenenza politica, che ponga a tutti i livelli istituzionali il problema dell’arretratezza di un territorio. Serve un piano Marshall: occorre fare delle scelte politiche che per una volta dirottino, prioritariamente, risorse pubbliche e private nel ferrarese per dare prospettive".
Uil Emilia Romagna coordinatore Ferrara*