FERRARA
"I confini non sono più importanti delle persone". Lo ha detto l’arcivescovo Gian Carlo Perego, facendo esplicito riferimento al processo nel quale è imputato il ministro Matteo Salvini, a conclusione dell’intenso e articolato convegno che si è svolto nel pomeriggio di ieri alla facoltà di Giurisprudenza del nostro ateneo dedicato alle "memorie migranti" e più espressamente al "perché è come fare memoria della migrazione". Facendo anche intendere nei suoi incontri in altre zone della regione, che la vera emergenza è "il sistema poliziesco organizzato per migranti. L’iniziativa di Ferrara si è svolta nell’ambito del Festival della Migrazione in corso in varie parti della regione. Proprio il portavoce del festival Edoardo Patriarca aveva sostenuto in apertura la necessità di "camminare insieme" e di "rovesciare il racconto dell’emergenza" che vede al centro gli immigrati. In definitiva "Il futuro di speranza passa anche attraverso la collaborazione tra Europa e Africa". Sullo sfondo la necessità di riformare sia la legge Bossi-Fini che quella sulla cittadinanza. Molte, si diceva, le relazioni (tecniche quanto originali), precedute dal saluto di Serena Forlati direttrice del Dipartimento di Giurisprudenza. Mariachiara Di Trapani (curatrice indipendente) e Giorgia Mirto della Columbia University hanno parlato del relitto naufragato il 18 Aprile 2015 a Lampedusa, divenuto "bene collettivo" (ma anche "opera d’arte" perché fu portato alla Biennale di Venezia) e poi scintilla per l’avvio del recupero delle centinaia e centinaia di migranti morti in quel naufragio. Monica Massari e Silvia Di Meo dell’Università di Milano Statale si sono soffermate sui processi psicologici dell’oblio, non di rado indotto, e hanno narrato i fatti salienti dei gravissimi e recenti naufragi di Cutro (94 morti) e di Roccella (35 morti). Su tutto questo, hanno lamentato, troppo spesso grava una cappa di indifferenza quando invece queste tragedie dovrebbero interpellare tutte le coscienze. "Prevale una sorta di ineluttabilità". Delle analogie fra l’immigrazione nelle Americhe a cavallo fra ‘800 e ‘900 e i giorni nostri ha infine parlato Michele Pifferi dell’Università di Ferrara. Dalle relazioni alle testimonianze in chiave locale. Ha cominciato Francesco Camisotti della Cidas, attivissima nel campo dell’accoglienza ai migranti. Robert Elliot ha poi ricordato come "Cittadini del Mondo" sia nata per "dare voce a chi non ce l’ha" fra gli extracomunitari. Giuliana Andreatti ha illustrato il ruolo di Mediterranea. Khadija Lahmidi ha ricordato l’impegno dei giovani laureati e laureandi per "Elsa". Paola Scafidi e Maria Teresa Stampi hanno parlato, rispettivamente, delle attività di "Tutori in Rete" e della Caritas. Perego ha ricordato la gravità della tragedia provocata dai naufragi: 30.000 sono gli annegati in 30 anni.