REDAZIONE FERRARA

"Metano troppo caro, Yara ferma gli impianti"

L’allarme dei sindacati: "Devono ridurre del 40% la produzione di ammoniaca. Lo stop durerà dalle quattro alle sei settimane"

Alcuni impianti del petrolchimico (Archivio Businesspress)

Alcuni impianti del petrolchimico (Archivio Businesspress)

Il costo del metano sale alle stelle e Yara dovrà fermare gli impianti per alcune settimane. La notizia, emersa ieri nell’ambito di un incontro tra sindacati e azienda, fa tremare chi lavora al petrolchimico. Ad annunciarlo è una nota congiunta di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec. "La direzione Yara di Ferrara – si legge nel comunicato – ha convocato le segreterie territoriali dei chimici e la Rsu di stabilimento per informarle della situazione di criticità che la società sta attraversando in funzione dell’aumento del costo del gas metano. La direzione ha comunicato che il gruppo ha la necessità di ridurre in Europa il 40% delle produzioni di ammoniaca in quanto il costo del metano sta subendo notevoli aumenti, raggiungendo i massimi storici". Il differenziale tra il costo dell’ammoniaca e la vendita dei fertilizzanti nel continente, proseguono i sindacati, "sta comportando significative perdite economiche alla società, la quale ha dichiarato che con questi livelli di marginalità del tutto inaspettati verranno fermati gli impianti di Ferrara a partire dalla seconda metà del mese di ottobre per 46 settimane".

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In questa fase complicata relativa alla crescita del prezzo del metano, tutti i grossi player dei fertilizzanti (Bayer e Basf ad esempio) stanno procedendo a fermate impiantistiche adducendo le stesse motivazioni. "Come sindacato – aggiungono Cgil, Cisl e Uil – siamo preoccupati per questo scenario in cui il costo del metano sta generando forti incertezze sul mercato dei fertilizzanti, incertezza che temiamo possa durare per diversi mesi. A fronte di questo quadro rileviamo l’assenza di una vera strategia dell’impresa nell’affrontare questo contesto molto complesso e che richiederebbe interventi più strutturali. La direzione ha annunciato che durante queste fermate le maestranze di Ferrara saranno impiegate in un piano di presidio per la tenuta in sicurezza degli impianti, in percorsi di formazione e in alcune attività di manutenzione, evitando cosi il ricorso agli strumenti di ammortizzazione sociale".

Ma la soluzione non piace ‘a monte’ alle sigle. "Non possiamo accettare che la soluzione del problema si concentri in maniera così pesante sulla fermata degli impianti produttivi ferraresi – attaccano –; troviamo improprio che un sito che lo scorso anno ha realizzato le migliori prestazioni industriali subisca questa operazione. L’impianto di Ferrara ha recentemente visto effettuare investimenti che hanno prodotto importanti ritorni economici, efficienza produttiva e sostenibilità ambientale. Ciò nonostante pensiamo che si debbano individuare per il nostro sito iniziative utili a garantirne in prospettiva la tenuta e continuità industriale". Questo, concludono, "passa anche per scelte strutturali in cui la fornitura del gas sia messa al riparo dall’andamento irrazionale e oscillante del costo delle materie prime".