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Messaggi hot all’alunna 13enne, il prof di Ferrara è indagato
Ferrara, 29 gennaio 2025 - L’indagine è chiusa, l’atto (già notificato) è del 13 gennaio. Poco meno di un mese prima – il 16 dicembre – i carabinieri si presentarono prima a scuola poi a casa, per sequestrare telefonino, tablet, agenda e un compito in classe della parte lesa.
Una ragazzina di nemmeno 14 anni di una scuola media ferrarese. Per tutto questo tempo lui, il docente (48 anni) finito sotto inchiesta per adescamento di minori, ha continuato (così oggi) a insegnare nel plesso e soprattutto nella classe frequentata dall’alunna parte lesa. “La situazione – spiega Bruno Di Palma, direttore generale dell’Ufficio scolastico dell’Emilia Romagna – era comunque presidiata dal dirigente scolastico: nella classe c’è sempre stata una compresenza con altri docenti per evitare che ci fossero problemi da quando sono emersi i fatti contestati”. Ovvero, il docente sarebbe stato accompagnato da un insegnante-tutor in occasione delle sue lezioni.
“Apprendo – continua Di Palma – dalla stampa che le indagini si sarebbero concluse, aspettiamo che la Procura ci comunichi elementi necessari per agire. Non appena ne avremo comunicazione, procederemo ad adempimenti di competenza”. Non è finita. Di Palma aggiunge che “appresa la notizia, mi sono subito attivato con l’Ufficio territoriale di Ferrara, in contatto con la Procura per concordare le azioni al fine di non compromettere il quadro istruttorio”. Infine la rassicurazione: “Non vi è stata alcuna turbativa dell’ambiente scolastico, costantemente presidiato”. Del caso, attraverso il nostro giornale, è stato informato anche il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara.
La verità, ne è convinta la Procura di Bologna, sta tutta nel telefonino del prof. “Oltre 10mila messaggi”, molti dal “contenuto erotico”, che l’adulto si è scambiato tra il 7 novembre e il 16 dicembre con la minore. ’Pensieri’ “inequivocabili”, con il docente che avrebbe indotto l’alunna “a compiere atti sessuali prospettandole, di persona e tramite whatsapp, le sue fantasie erotiche, riuscendo a carpirle pienamente la fiducia (...)”. Prima ancora dell’intervento di Di Palma, il Carlino ieri aveva tentato un contatto con scuola ed ex provveditorato agli studi ottenendo però solo uno scarno messaggio. “L’ufficio – recita – ha appreso della notizia dalla lettura dell’articolo”.
Ufficio che “non la può nemmeno confermare”. La scuola, come invece si legge da un atto dell’Arma, era stata informata perlomeno dell’indagine in corso già il 16 dicembre. Quel giorno, tre carabinieri in borghese si presentarono per una perquisizione nel luogo di lavoro del prof. E con lui, era presente anche un dirigente della stessa scuola, in qualità di responsabile pro tempore.