FEDERICO DI BISCEGLIE
Cronaca

Medicina, via l’ingresso a quiz: "Passo avanti fondamentale. Il piano Bernini è sostenibile"

Giorgio Zauli, fu il rettore di Unife che per primo in Italia sperimentò questo modello "Non mi spiego gli attacchi ingiustificabili al ministro, che ha lavorato alacremente" .

Medicina, via l’ingresso a quiz: "Passo avanti fondamentale. Il piano Bernini è sostenibile"

Giorgio Zauli quando ricopriva il ruolo di rettore di Unife

Giorgio Zauli, rettore di Unife che per primo in Italia sperimentò un metodo – sostenibile ed efficace – per superare l’attuale ingresso a Medicina a quiz. La Commissione Istruzione del Senato ha dato il via libera all’iter di riforma voluto dal ministro Anna Maria Bernini che si muove nella stessa direzione.

Una vittoria?

"È sicuramente un passo avanti fondamentale, ma l’iter per la riforma è ancora molto lungo. Ci saranno almeno due passaggi parlamentari e il governo dovrà riempire di contenuti la legge delega. Ed è per questo che non mi spiego gli attacchi ingiustificabili che sono arrivati in queste ore al ministro Bernini che, al contrario di alcune narrazioni, ha lavorato alacremente e con coraggio su questo progetto di riforma il cui obiettivo ultimo è rispondere alle esigenze del sistema sanitario nazionale ed erogare un test d’ingresso su materie curricolari, così da garantire pari opportunità a tutti gli studenti. Ma la parità vera, non quella del politically correct. Voglio ringraziare pubblicamente e dare il mio pieno supporto al ministro Bernini per questo percorso"

Perché parla di "attacchi ingiustificati" al progetto di riforma?

"Ho letto in queste ore prese di posizione che ritengo del tutto prive di fondamento. Nel merito, partiamo col dire che il numero programmato resta e viene stabilito sulla base delle disponibilità formative che i singoli atenei decidono di erogare nel massimo della loro libertà costituzionalmente garantita. Un primo punto da chiarire: il Mur non decide la disponibilità, ma sono i singoli atenei"

Il sindaco Alan Fabbri ha ricordato come questa riforma sia in qualche modo ‘figlia’ di una sua intuizione del 2018

"Sì, fu una nostra idea quella di elaborare un modello per superare l’iniquo quiz iniziale. Peraltro la volontà di superare il modello a quiz fu manifestata – politicamente – in maniera trasversale. All’epoca lavorai sia con il ministro Marco Bussetti, sia con il ministro Lorenzo Fioramonti. Governi Conte I e II"

Quale fu il ‘modello Ferrara’? "Allargammo il numero di posti a disposizione a Medicina, portandolo da 180 a seicento unità. Parallelamente, allargammo il corso di Biotecnologie mediche che annoverava 250 studenti e 45 posti a Odontoiatria. Ebbene, per tutti questi corsi, erogammo gli stessi insegnamenti nel primo semestre. Individuammo una serie di materie qualificanti sulle quali vennero valutati gli studenti alla fine del semestre e dimostrammo che quel modello – con numeri molto elevati – poteva funzionare ed essere esportato a livello nazionale"

Lo sforzo organizzativo fu importante

"Organizzammo l’erogazione sia delle attività didattiche sia di quelle laboratoriali in modo tale che a tutti fosse garantita la possibilità di essere in presenza. Utilizzammo gli stessi docenti che erogavano gli insegnamenti nei vari corsi di laurea e facemmo largo uso dei tutor. Un’esperienza entusiasmante, a maggior ragione per chi crede nella centralità dell’università pubblica".

Alcune critiche alla proposta di riforma avanzata da Bernini riguardano le spese che gli atenei dovranno affrontare laddove dovesse prendere corpo questo nuovo modello

"Anche questa è una critica pregiudiziale. Noi organizzammo tutto in modo tale da non dover chiudere un euro in più al ministero. Il modello avanzato dal ministro è, al contrario, una dimostrazione reale di cosa significhi la tutela del diritto allo studio e sarà una risposta concreta per il sistema sanitario nazionale. Bernini ha già dichiarato che ci sarà attenzione per eventuali costi emergenti"

Perché ne è convinto?

"Perché adottare un sistema di selezione all’ingresso su materie caratterizzanti anziché su un quiz omnibus, è molto più utile e sono convinto che limiterà la percentuale di abbandono a Medicina, tutt’altro che irrilevante con l’attuale sistema a quiz. Intraprenderanno questo percorso solamente i ragazzi davvero orientati a farlo e a portarlo a termine"

Oltre al semestre ‘filtro’ l’idea è quella di dare ai ragazzi la possibilità di affrontare altri corsi di studio in qualche modo affini. Che ne pensa?

"È una scelta intelligente, ancora una volta nella direzione di garantire il diritto allo studio".