Venerdì alle 20.30 sul palco del Teatro Comunale arriva Max Giusti con ‘Bollicine’, un artista che trasuda entusiasmo, mordendo ancora la vita e il palco dopo tanti anni di successi, tra i quali Gialappashow o Boss in Incognito.
A Ferrara c’era già stato?
"Sì, questo per me è un ritorno. Ricordo che la volta precedente avevo un gran mal di schiena ed è arrivata una giovane osteopata a stendermi su un tavolo di legno durissimo, dietro le quinte del teatro, per mettermi a posto al volo. Questa è una regione dove ci si rimbocca le maniche, si lavora, ma quando è tempo di divertirsi lo si fa veramente. Il pubblico emiliano è quello con cui mi diverto di più: è un pubblico attento, che si concede, che segue quello che accade nel Paese e se fai satira la riconosce".
Che cosa ci porterà venerdì?
"Io sono molto generoso sul palco e quello che sto per portare è lo spettacolo in assoluto più bello e soprattutto più contemporaneo della mia carriera. Anche un po’ diverso dagli altri, perché ha più i tempi della stand-up. Il mondo cambia, si evolve, e così anche i codici della comicità. Porto anche le parodie del presidente De Laurentiis e Alessandro Borghese, diventate più famose di me, e che il pubblico si aspetta".
Che spettacolo sarà?
"Molto franco, molto esplicito e adatto a tutti. In questo tour, in platea vedo dai ragazzini ai nonni e questa, il che mi dà soddisfazione ma anche la grande responsabilità di offrire uno spettacolo che sia gradito da un pubblico disomogeneo. Non mi interessa quindi far ridere offendendo qualcuno per il colore della pelle, per i gusti sessuali o per l’aspetto fisico. Credo che ci sia della pigrizia mentale se si usano certi epiteti che non fanno più ridere. Il politically correct è un problema che non sento".
Sarà quindi franco rispetto a quali temi?
"Parlerò del telefono che ora fa tutto, della web reputation che anche io mi sono dovuto creare. Racconterò di come mi sono sentito quando mi hanno detto che oggi se non vai forte sui social non sei nessuno, di gente nata analogica che si è ritrovata digitale. Poi parlo di questa società post patriarcale lanciando un Sos alle donne perché ci aiutino e non sia una guerra tra sessi. Poi della musica e dei suoi testi, entrando nel mondo della trap. E ancora delle difficoltà di uomini e donne il primo giorno di lavoro. Darò infine una dimostrazione pratica dell’informazione che nasce quando si leggono solo i titoli".
Cos’è ’Bollicine’ per lei?
"Volevo uno spettacolo contemporaneo, una completa cesura con i miei spettacoli passati, tutto nuovo e che non facesse ridere in modo banale. Cosa non semplice. Esplicito, divertente, uno show in cui non mi si vedesse con la giacca come in tv ma con le maniche tirate su e attivo. Sarà il lavoro più duro, ripagato dalla felicità delle standing ovation. Il motivo per cui si fa tutto questo non sono i soldi, bensì il calore del pubblico. Questo è uno spettacolo che sento particolarmente come mio, dove non devo confrontarmi con un editore o produttore ma solo con il pubblico, al quale dedico tutto me stesso. Sono molto orgoglioso di questo spettacolo. Qui c’è il vero me, nulla che mi filtra. Solo io e il pubblico".