"Ferrara è un luogo dell’anima, più di ogni altro, in tutta la cultura artistica dal Medioevo a oggi, perché è il luogo di una tradizione rinascimentale altissima - alternativa a quella fiorentina e veneziana - con autori come Cosmè Tura ed Ercole de’ Roberti". Così Vittorio Sgarbi ieri al Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto (Mart), di cui è presidente, presentando due esposizioni di autori ferraresi in terra trentina: ‘Il Sogno di Ferrara. Adelchi Riccardo Mantovani’ e ‘Achille Funi (1890-1972) Il volto, il mito’, che segna l’avvio delle celebrazioni per la ricorrenza dei 50 anni dalla scomparsa del pittore ferrarese, definito dalla curatrice Nicoletta Colombo, "il migliore rappresentante, con Sironi, della potenza dell’affresco in area europea". "La mostra rappresenta una ‘anteprima’ dell’antologica che – spiega l’assessore Marco Gulinelli – è attesa a Ferrara tra pochi mesi. Si comporrà di 100 opere, è prevista in tarda primavera e sarà articolata per sezioni". Il Mart – con un "Buona Ferrara a Rovereto", che Sgarbi ha augurato al pubblico – dà il via – anche alla presenza di Elisabetta Sgarbi – alle celebrazioni legate alla ricorrenza dell’affreschista con un ‘focus espositivo’ dedicato ai volti. A curare la mostra – insieme a Nicoletta Colombo – per la parte ferrarese, lo storico dell’arte Lucio Scardino, ieri presente: "Ferrara è un luogo reale – dice – che, grazie ai suoi pittori, in una tradizione che va dal Rinascimento a De Chirico, Funi, Adelchi Mantovani, diventa un luogo dell’anima". Sgarbi ha parlato con grande affetto di Adelchi Mantovani a cui è riservata l’altra mostra al Mart. "Dalla Germania Mantovani dipinge in modo realistico il suo sogno di bambino, che è quello di continuare a vivere a Ferrara pur lontano. Da qui - tra nebbia, Po, argini, casali, architetture rurali - ha aggiunto il collegamento col mito, come il mito di Fetonte". Mito che si ritrova anche in Funi in un ideale collegamento tra i due. "Abbiamo esportato Ferrara in Trentino", ha concluso Sgarbi.
Cronaca"Luogo dell’anima Abbiamo esportato la città in Trentino"