REDAZIONE FERRARA

L’ultimo saluto al maresciallo Di Tizio: "Si è distinto nell’Arma e nello sport"

Portomaggiore, mercoledì verrà celebrato il funerale del carabiniere. I sindaci: "Un esempio per i giovani"

Il maresciallo Di Tizio, ex capitano della Cestistica Argenta e comandante della stazione locale, si è distinto sia nel lavoro che nello sport di squadra

Il maresciallo Di Tizio, ex capitano della Cestistica Argenta e comandante della stazione locale, si è distinto sia nel lavoro che nello sport di squadra

Si terrà mercoledì pomeriggio alle 15 il funerale di Pierpaolo Di Tizio, comandante della stazione dei carabinieri di Portomaggiore, morto venerdì per l’improvviso aggravarsi della malattia che l’aveva colpito negli ultimi anni. Aveva 47 anni, marchigiano di Ancona, lascia la moglie Barbara e due figli, il maggiore di 17 e il minore di 14. Prima di assumere il comando a Portomaggiore, aveva guidato con successo la stazione di Migliarino, dove si era distinto in un’operazione di salvataggio, salvando tre persone intrappolate in un’auto, gesto che gli era valso il premio "Pavanelli". Alto e prestante, aveva militato nella Cestistica Argenta, la squadra di pallacanestro della cittadina in riva al Primaro. Le avvisaglie della grave malattia si erano manifestate dopo poco tempo dall’insediamento a Portomaggiore. Giovedì scorso era stato ricoverato ai Cona in quanto faticava a respirare, purtroppo non è riuscito a superare la notte. La camera ardente sarà aperta dalle precedenti ore 11 nella camera mortuaria dell’ospedale di Cona, dove partirà alle 14.40 alla volta di Portomaggiore, dove alle 15 nella chiesa Collegiata l’arciprete don Ugo Berti celebrerà il rito funebre. Tanti i messaggi di cordoglio, tra questi quello del sindaco di Argenta, Andrea Baldini: "Pierpaolo è stato anche il capitano della nostra Cestistica Argenta. Ho sempre ammirato il suo modo di stare in campo, di fare sport da veterano tra i ragazzi". Si unisce al cordoglio il sindaco di Portomaggiore, Dario Bernardi: "Si aveva sempre la certezza che ti avrebbe aiutato e avrebbe fatto il possibile. Sapere che si può contare su persone come lui, che dal suo ruolo dava una mano a tutti, dà fiducia e speranza. Ero felice di lavorare con lui perché vedevo nei suoi occhi la determinazione e la gioia nell’aiutare".

Franco Vanini