L’emergenza granchio blu continua ad arrecare problemi al settore della molluschicoltura. È di questi giorni la notizia della decisione obbligata assunta da quattordici cooperative del Consorzio pescatori del Polesine di sospendere l’attività per mancanza totale del prodotto. Ma la situazione non è delle migliori nemmeno nella zona tra Goro e Comacchio, dove il dannoso crostaceo continua a essere sgradita presenza. Come spiega il direttore generale di Copego e presidente del Consorzio unitario novellame, Massimo Genari, in questi giorni, le cooperative associate stanno ancora "raccogliendo quel poco di prodotto che è rimasto, ma tra qualche settimana dovremo valutare il dà farsi. Cercheremo di fare poca quantità, per garantire quantomeno un po’ di reddito ai nostri sessanta soci". Per quanto possibile, sono stati installate recinzioni a protezione del novellame e teli a copertura nelle aree seminate. E nel frattempo, i pescatori stanno proseguendo nelle operazioni di raccolta dei granchi blu. Un lavoro non certo facile, in quanto nemmeno le temperature più basse ne hanno sensibilmente limitato la presenza. "Solo in questa settimana – rivela Genari – ne ho raccolti 435 chili. Ci siamo accorti che, in questo periodo, i granchi blu si sono sostanzialmente nascosti tra gli scogli e, con l’approssimarsi della primavera, stanno cominciando nuovamente a muoversi".
Uno scenario tutt’altro che positivo per gli operatori del settore che, da mesi, sono impegnati a tutelare il loro lavoro: "Credo - prosegue il direttore di Copego – che dovremo fare i conti per diverso tempo con questa situazione". Ed è per questo che è ritenuta indispensabile la dichiarazione dello stato di calamità nazionale che sarebbe fondamentale per le imprese, che avrebbero modo di accedere a importanti misure di sostegno per affrontare la situazione causata dalla proliferazione del crostaceo. Come spiegato all’Ansa da Mattia Lanzoni, ricercatore dell’Università di Ferrara, "i cambiamenti climatici rendono complicato fare ipotesi sui comportamenti di questa specie che va ancora molto studiata, in grado di creare in mare colonie fino a 3 miglia dalla costa e nelle acque interne fino a 120 chilometri dalla foce di fiumi. In inverno l’attività predatoria del granchio blu diminuisce per ripartire a pieno regime con il caldo". Per Paolo Tiozzo, vicepresidente Fedagripesca-Confcooperative, è indispensabile trovare il modo di convivere con questo nuovo scenario per salvare il futuro di imprese e lavoratori: "E per farlo occorre mettere in atto una strategia in due step: ridurre il più possibile il granchio blu attraverso un’azione massiccia di raccolta e smaltimento e in contemporanea avviare uno studio che ci consenta di raccogliere informazioni utili a disegnare scenari di gestione per questa emergenza".
Valerio Franzoni