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"Lo ha fatto rinascere e lui l’ha voluta in moglie"

Al processo contro la badante sposata da un novantenne, il racconto di amici e consulente: "L’anziano era in grado di intendere"

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"L’ho sposata perché mi ha fatto stare meglio. Mi ha fatto rinascere e volevo assicurarle un futuro" E’ in sostanza quanto il novantenne che nel 2019 ha sposato la sua badante romena che oggi di anni ne ha cinquantuno, ha detto al consulente medico, professor Renato Ariatti, incaricato di capire se la decisione del matrimonio è stata consapevole. L’esperto, che è consulente della difesa della cinquantenne accusata di circonvenzione di incapace dopo la denuncia di alcuni parenti dell’anziano, ha ripercorso davanti al giudice Andrea Migliorelli, gli incontri che ha avuto con il novantenne "proprio per capire se questa sua immagine della donna fosse idealizzata e perché". In realtà, poi, il professore ha sottolineato come alle dichiarazioni dell’anziano di avere attraversato un periodo bruttissimo per poi essersi ripreso proprio grazie alle cure della badante, corrono paralleli i risultati degli esami clinici che hanno mostrato una netta ripresa dell’anziano il quale comunque, ha tenuto a precisare il consulente, non è mai stato affetto da una "reale demenza senile" come ipotizzato da chi riteneva che non fosse in grado di intendere e di volere e quindi di essere stato in realtà costretto a sposare la sua badante. Accuse che la donna, assistita dall’avvocato Gabriele Bordoni, ha sempre rispedito al mittente. E quanto il rapporto con la cinquantunenne fosse importante per l’anziano è stato raccontato, sempre ieri, da due suoi amici che hanno spiegato al giudice Migliorelli le condizioni del novantenne prima che fosse accudito dalla romena che poi, nel 201, è diventata sua moglie. "Sono inseparabili – hanno raccontato gli amici in aula – e da quanto c’è lei, lui è praticamente rinato".

Cristina Rufini