
Il convegno sull’AI con il presidente di Abi e Cassa di Ravenna, Patuelli "Fase di adeguamento molto lunga e incerta, ciò favorisce ogni tipo di crimine".
"L’intelligenza artificiale ci assicura grandissime potenzialità, in particolare nel campo della ricerca medica, ma è portatrice di grandi rischi: sta a noi governare questa rivoluzione, dando regole chiare e assicurandone l’applicazione, mettendo la persona e l’umanesimo al centro e la tecnologia al suo servizio". Così Antonio Patuelli, presidente della Cassa di Ravenna, in occasione del convegno dal titolo ‘Intelligenza artificiale: prospettive e rischi’, promosso dall’istituto bancario e dalla Camera di Commercio Ferrara-Ravenna. I lavori sono stati aperti dal presidente dell’ente camerale, Giorgio Guberti, a seguire gli interventi del presidente del Gabinetto scientifico-letterario Vieusseux di Firenze, Riccardo Nencini, di Pierluigi Barrotta, docente ordinario di Filosofia della Scienza di Pisa, e dell’amministratore delegato e direttore generale del Cse, Vittorio Lombardi. "Stiamo assistendo ad una datificazione progressiva e inarrestabile – ha spiegato Guberti –, che associata alla velocità oggi consentita dalle tecnologie digitali porta ad una concentrazione di informazioni, e quindi di potere, nelle mani di pochi soggetti, moltiplicando i fenomeni di disuguaglianza economica, sociale e cognitiva". Giusto interrogarsi sulla necessità di garantire che "questa tecnologia sia sviluppata e utilizzata in modo etico e responsabile", ma bisogna anche chiedersi "se ci possa essere la possibilità di promuovere, e in che modo, un nuovo modello di AI, basato sui bisogni dei cittadini, che rispetti e valorizzi il fattore umano". Secondo Nencini "rischiamo di essere vittime di un capitalismo della vigilanza, dopo il Covid: call, telefonini, messaggi senza confronto, rischiamo di tornare ad una economia medievale e di essere tutti asserviti al grande Data Lord". Mentre per Barrotta l’AI "non è poi così intelligente: associa semplicemente in modo meccanico assomiglianze per trarne delle conseguenze. Ma non senza pericoli. Nel classico dilemma del pilota automatico di un’auto che si trova di fronte la scelta se investire una bimba, un’anziana signora oppure schiantarsi contro un muro, il programmatore si trova di fronte ad una scelta etica che non gli compete e dalla quale dipende molto il nostro futuro". Lombardi ha ricostruito la storia della diffusione dell’AI: "Il 1956 è stato l’anno in cui per la prima volta si è parlato di AI, ma le svolte furono nel 1998 quando per la prima volta l’Ibm riuscì a battere il campione del mondo di scacchi ed il 2022 quando il primo motore di intelligenza artificiale venne messo gratuitamente su internet". La chiusura del convegno è stata riservata ad Antonio Patuelli: "Normalmente le innovazioni precedono le regole: è successo con tv e radio libere, il cui caos venne progressivamente normato negli anni successivi. Per Internet questa fase di adeguamento è molto lunga e incerta, ciò favorisce ogni tipo di crimine, dalla sostituzione di persona alla truffa, per non parlare del dark web che facilita la compravendita di armi, persone, droga. In questo contesto il primo antidoto sono la consapevolezza e lo spirito critico. Come presidente dell’Abi ho firmato con il ministro Piantedosi un protocollo per combattere le truffe che sempre più si consumano per mail o per telefono ai danni di anziani, deboli e di semplici ingenui, che stanno diventando fenomeno di massa. Ma il rischio non è solo questo. Il pericolo è anche quello dei grandi monopoli che le Big Tech possono instaurare limitando la nostra libertà".
re. fe.