La mattina di venerdì 13 dicembre, alcune classi quinte del liceo Cevolani hanno avuto la fortuna di assistere ad una conferenza in collegamento con il più remoto e periglioso dei continenti: l’Antartide. Dopo una parte introduttiva di natura teorica, i ragazzi hanno potuto confrontarsi con un gruppo di scienziati che lavorano nella stazione italo-francese "Concordia". Persone molto lontane dall’immagine eroica e romantica degli esploratori polari: garbati e alla mano, cortesi e preparati, questi uomini di scienza hanno raccontato ai giovani gli aspetti duri ed affascinanti di una vita in un luogo così aspro e remoto, e le ragioni scientifiche che spingono tanti paesi della terra ad impegnarsi in ambiziose ed impegnative ricerche. I giovani, molto interessati, non hanno mancato di porre numerose domande, anche inerenti le difficoltà della vita quotidiana, tanto che è stato necessario interrompere la riunione senza poter rispondere a tutti.
Dai carotaggi allo studio dell’atmosfera, dalle riflessioni sulla differenza fra meteorologia e climatologia, fino a domande sulle difficoltà del quotidiano, venate da un momento di commozione, quando uno degli scienziati ha accennato all’istante in cui la nave si allontana dalla costa, salutando coloro che restano, soli, sul continente. Una vita dura: un pugno di mesi che non tutti riescono a portare a termine. Un incontro denso di contenuti, e senz’altro da ripetere. Una mattina che è stata un’opportunità preziosa per gli studenti, non solo per arricchire il proprio bagaglio culturale, ma anche per entrare in contatto con l’essenza stessa della scienza: la curiosità, la fatica, la determinazione, e la bellezza della scoperta. Un incontro denso di contenuti, che ha suscitato emozioni e domande, e che sarebbe senz’altro da ripetere per continuare a far conoscere l’affascinante mondo dell’Antartide.