Ferrara, 8 gennaio 2021 - Una busta marroncina trovata in mezzo alla corrispondenza indirizzata al Museo nazionale dell’Ebraismo e della Shoah (Meis) di Ferrara. Una busta con all’interno alcune immagini e insulti, tra i quali la scritta "Ebrei di m....". La scoperta è stata fatta ieri mattina da alcuni impiegati, al momento della riapertura degli uffici dopo la chiusura perle festività. Da via Piangipane è scattata subito la segnalazione alle forze dell’ordine: il che fa pensare che la missiva possa avere anche un tenore minaccioso. Ma sull’esatto contenuto c’è il massimo riserbo. Dopo la segnalazione al Museo in poco tempo sono arrivati gli agenti della Digos di Ferrara, che hanno prelevato busta e contenuto e ascoltato chi l’ha trovata, per sapere in mezzo a quale altra corrispondenza si trovasse. è riportato l’indirizzo del Museo, e c’è il timbro di spedizione.
Quindi non è stata consegnata a mano. Anche perché in effetti sarebbe stato praticamente impossibile, al di là del fatto che nei giorni scorsi gli uffici del Meis erano chiusi, la corrispondenza in genere – sia quella consegnata da Poste che dai vari corrieri – viene raccolta in guardiania e poi distribuita nei vari uffici. Non sembrerebbe cioè esserci una cassetta postale, dove è possibile lasciare la corrispondenza, senza la necessità di spedirla e quindi dare un punto di riferimento in più agli investigatori. Non è escluso, quindi, che la lettera di insulti e presumibilmente di minacce, possa essere arrivata nei giorni scorsi, messa lì, e soltanto ieri alla riapertura degli uffici consegnata e aperta. Alla Digos ora spetta il compito di ricostruire a ritroso il percorso della missiva. Da dove è stata spedita? Ci possano essere tracce lasciate sul foglio o sulla busta da chi l’ha confenzionata? Passaggio importante – ma su questo c’è il massimo riserbo, appunto – che cosa è raffigurato in quelle immagini? Solo scorci del Museo o qualcosa di più esplicito che possa creare maggiore allarme e preoccupazione? Il Meis è da tempo ritenuto uno degli obiettivi sensibili della città. Tanto che è tra i punti da tenere sotto stretta sorveglianza, soprattutto da parte dei militari dell’esercito che sono in servizio in città grazie all’operazione Strade Sicure . Quando si alza la soglia dell’attenzione in tutto il paese, il Meis rientra sempre tra i gli obiettivi da presidiare con particolare attenzione. Impossibile allo stato sapere se questi insulti spediti via posta, siano attinenti a fatti specifici legati all’attività del Museo o alle figure di vertice, o se facciano parte di un delirio più ampio di chi vuol comunque creare tensioni in un periodo storico più difficile di altri. Nodo anche questo che dovrà essere sciolto dagli poliziotti della Digos: è loro il compito di provare a dare nomi e cola destabilizzazione. Ma ci vorrà ancora un po’ di tempo prima di individuare i responsabili. Sembra che non ci siano stati in passato episodi simili: non si ricordano momenti in cui siano stati portati attacchi specifici al museo di via Piangipane.