MARIO BOVENZI
Cronaca

Lenta navigazione con cappotti e sciarpe. Il Delta d’inverno, boom di turisti in barca

Escursioni con il segno più tra pesca sportiva e paesaggi, il bilancio di capitani e guide. I tour ora sono fermi, si riparte già a febbraio

Escursioni con il segno più tra pesca sportiva e paesaggi, il bilancio di capitani e guide. I tour ora sono fermi, si riparte già a febbraio

Escursioni con il segno più tra pesca sportiva e paesaggi, il bilancio di capitani e guide. I tour ora sono fermi, si riparte già a febbraio

’In barca nelle valli di Comacchio’, uno sciarpone attorno al collo, la papalina di lana in testa. Dalle abitazioni dell’antica città etrusca di Spina agli antichi ’casoni’, custodi del tempo. Nemmeno d’inverno si fermano le escursioni, tra canneti e canali, acque che scorrono lente e il profumo del fritto misto, tappa obbligata in qualche trattoria. Fino alla Befana in barca, gli occhi all’infinito delle valli. Adesso si tirano un po’ i remi, per poi accendere il motore già a febbraio.

Tira le somme Dario Guidi, uomo di mare, la valle una compagna di vita. Fa la guida per Po Delta Tourism, dice: "Anche d’inverno, fino al sei di dicembre, è andata molto bene. Tanti turisti a bordo per conoscere e navigare in un paesaggio unico". Un segno più che rincuora dopo il grido d’allarme degli operatori balneari che hanno denunciato il flop del mare d’inverno. Il tour invernale inizia con la visita al nuovo parco archeologico Open Air che ospita la ricostruzione di due abitazioni di Spina, per poi proseguire lungo i canali dello specchio vallivo, ammirare un’oasi unica, dove dimorano centinaia di specie di uccelli acquatici, il rosa dei fenicotteri. Poi le stazioni da pesca, i casoni. Durata, due ore, il vento che increpa le acque, gli occhi lucidi per l’emozione, un po’ per il freddo, un’armata di temerari.

Un po’ più in là, acque basse delle lagune di Goro. Motonave Smeraldo, senza fretta, un scia lungo il Po di Goro fino ad arrivare alla foce, dove si potrà ammirare il Po che incontra il mare, incorniciato dallo storico faro di Goro. Qui sarà possibile attraccare e visitare l’Isola dell’amore, per osservare da vicino il faro – Erik Scabbia severo custode –, e fare una passeggiata lungo la spiaggia. "Dal 1981 dopo esperienze su pescherecci e imbarcazioni, portiamo i turisti a scoprire il Delta e praticare la pesca sportiva in mare", spiega Matteo Schiavi, fianco a fianco al papà Luigi che fu capitano della motonave Principessa, 300 passeggeri, gigante della laguna. Anche loro – una flotta formata da Alessandro I, Alessandro II, Smeraldo, in arrivo Stella motonave ibrida – in questo periodo sono fermi. "Usiamo questi giorni per sistemare le barche, per prepararci alla prossima stagione", sottolinea. "Vorrei ringraziare – dice Schiavi – il comune di Goro che in collaborazione con Cna e podeltatourist ci ha dato la possibilità di costruire la nostra Stella, imbarcazione ibrida per la navigazione nella sacca di Goro e valli di Gorino. Durante le nostre escursioni i passeggeri potranno conoscere la storia, il territorio, i tipi di pesca che venivano e vengono ancora svolti nel Delta, scoprire La numerosa fauna, la flora". Matteo Schiavi non porta solo turisti. Con la prua puntata verso la boa per le rilevazioni marittime, accompagna gli studiosi del Cnr in quel punto, tre miglia a sud del Po di Goro. "Per la pesca sportiva dello sgombro – racconta –, vengono da Milano, Pavia, da tutta Italia. D’inverno c’è la nebbia, fa freddo, c’è un calo. Ma in ogni caso le nostre escursioni fanno sempre breccia, un orgoglio far conoscere il Delta nel mondo".