FEDERICO DI BISCEGLIE
Cronaca

L’economia sotto la lente. Occupazione tra luci e ombre: "Un timido segnale di ripresa"

Ha toccato il 69,4% a fronte di un dato regionale che supera i settanta punti percentuali. I dati sono stati illustrati ieri a Palazzo Crispi durante la presentazione del bilancio sociale Inps.

L’economia sotto la lente. Occupazione tra luci e ombre: "Un timido segnale di ripresa"

Ha toccato il 69,4% a fronte di un dato regionale che supera i settanta punti percentuali. I dati sono stati illustrati ieri a Palazzo Crispi durante la presentazione del bilancio sociale Inps.

Un tasso di occupazione lievemente sotto il livello regionale, ma decisamente più alto rispetto a quello nazionale. La forbice tra il livello salariale maschile e quello femminile, resta ancora larga e sbilanciata anche sul nostro territorio. Solo solamente due dei macro dati emersi durante la presentazione del rendiconto sociale di Inps, alla presenza della direttrice provinciale Annalisa D’Angelo.

Dopo i saluti del presidente del Consorzio di Bonifica, Stefano Calderoni – la mattinata di lavori si è svolta nella sede dell’Ente, a palazzo Naselli-Crispi – e l’intervento del prefetto, Massimo Marchesiello si è entrati nel vivo del maxi documento che fotografa una situazione nella quale, lo scorso anno, il tasso di occupazione ha toccato il 69,4% a fronte di un dato regionale che supera i settanta punti percentuali, ma un trend nazionale che si attesta al 61,5%. Raffrontando questi numeri con quelli dell’anno precedente, emerge un timido segnale di ripresa benché con le crisi aziendali a cui stiamo assistendo in questi giorni – da Rexnord a Berco, nelle quali la via dei licenziamenti sembra ormai ineludibile – il valore sia destinato a scendere nel prossimo rendiconto sociale. Nel 2022 il tasso di occupazione nella nostra provincia, era del 67%, in Emilia-Romagna del 69,7% e in Italia del 60,01%. Il primo squilibrio di genere, che vede una chiara penalizzazione femminile, è legato al numero di disoccupati a livello provinciale. In valore assoluto, stiamo parlando di novemila unità, ma a farla da padrone sono le cinquemila donne. Un dato, quest’ultimo, in linea anche con i livelli regionali. Gli occupati, invece, sono oltre 147mila per lo più dipendenti distribuiti fra il settore pubblico e quello privato. Gli inattivi sono invece 144 mila, ancora una volta con una forte sproporzione femminile. Ma guardiamo gli stipendi. Per i lavoratori dipendenti, la retribuzione settimanale media è di poco più di 581. Ma il valore, così non dice granché. Scorporandolo, invece, emerge che i dipendenti maschi guadagnano mediamente 665 euro su base settimanale, mentre le donne percepiscono poco più di 500 euro. Le riflessioni più esaustive arrivano in premessa dal presidente del comitato provinciale di Inps, Giorgio Zattoni (storico sindacalista Uil). "Occorre rafforzare la diffusione della cultura previdenziale e dei valori della legalità – così Zattoni – e dobbiamo lavorare assieme per ridurre la distanza tra la Pubblica amministrazione e cittadini. Lo devo dire anche perché è già stato oggetto di osservazione sulla stampa locale da parte della Cgia di Mestre: quella di Ferrara è tra le undici province del Nord col segno meno sul versante pensionistico. Questo significa, concretamente che vengono erogate mensilmente 159mila pensioni mentre sono solamente 143mila le buste paga dei lavoratori attivi. Un dato, quest’ultimo, sul quale occorre riflettere".