JACOPO CAVALLINI
Cronaca

Le sfide dell’ambiente: "Stop centrali a biogas". Tra sit-in e striscioni viaggio nel fronte del no

Sono 48 gli impianti attivi in provincia, altri 14 aspettano l’autorizzazione. Da Gaibanella a Copparo, sempre più numerosi i comitati che protestano.

La protesta contro la centrale a Villanova

La protesta contro la centrale a Villanova

Gaibanella, Vigarano, Villanova. Ma anche Tresignana, Copparo e Bondeno: sono queste le situazioni più scottanti in città e in provincia riguardo alla nascita di nuove centrali di biogas e biometano, oltre alla cinquantina che sono già presenti e funzionanti nel territorio. Le preoccupazioni dei residenti sono tante, e i comitati si stanno mobilitando nelle ultime settimane per evitare una proliferazione degli impianti.

Diversi i ‘sit-in’ nelle località coinvolte, per una vicenda che va avanti da tempo e che è finita pure in consiglio comunale, dove i capogruppi delle opposizioni hanno chiesto un’analisi partecipata degli aspetti tecnici. A Fondoreno, una frazione che percorre la campagna di Porotto, è sempre più evidente il malcontento tra i residenti riguardo al progetto di costruzione di una centrale di biometano in via Catena, l’arteria principale su cui si sviluppa la frazione. I cittadini hanno espresso le loro preoccupazioni per le possibili conseguenze che l’impianto potrebbe avere sulla viabilità locale. "L’impatto ambientale, sulla salute pubblica e sulla circolazione stradale sarebbe devastante", il pensiero in soldoni degli abitanti della zona. A destare ulteriori preoccupazioni è la vicinanza del sito alle scuole elementari e alle materne, una scelta che i manifestanti ritengono del tutto priva di ogni logica. E a pensarci, come dargli torto: una centrale biogas di fianco a una scuola, un ossimoro e soprattutto un potenziale pericolo per la salute di tanti bambini.

A Villanova la diatriba va avanti da diversi anni. Poche settimane fa, il comitato Rete Giustizia Climatica e il coordinamento provinciale ‘No gas/no biometano’ hanno elaborato un documento per dire ‘no’ alle centrali biogas e biometano a Ferrara e provincia. Esaminando la situazione già esistente ed approfondendo le motivazioni che rendono critica la costruzione di ulteriori centrali, nel documento vengono riprese forti argomentazioni in tema ambientale e territoriale e vengono inoltre citate emissioni inquinanti, traffico derivato, consumo di suolo, riduzione delle coltivazioni alimentari e utilizzo agronomico del digestato. "È necessario non approvare nuovi impianti in provincia di Ferrara, visto che quelli presenti manifestano un’impronta ecologica già al limite – si legge in un passaggio del documento –; nel caso di nuove autorizzazioni crediamo sia giusto prevedere attività di coinvolgimento della popolazione". Secondo i comitati è possibile, invece, individuare un’altra strada: impianti di piccole dimensioni, alimentati da matrici corrette, che non producano né biometano né digestato, ma compost, e che si riferiscano ad una logica di prossimità territoriale riuscendo quindi a superare le criticità relative all’inquinamento. Al momento, però, sono già 48 gli impianti di biogas e biometano attivi in provincia, altri 14 aspettano l’autorizzazione. Un numero che non ha eguali in tutta la regione e che preoccupa i residenti. Nei giorni scorsi i comitati hanno incontrato i vertici di Arpae e attendono ora che anche Provincia e Usl diano riscontro alle loro richieste.