La sua pittura parte dalle antiche figure ancestrali dipinte su roccia. E la figura è da 40 anni al centro del suo lavoro, figure in movimento che si seguono sulla tela in serie orizzontali o verticali, il pennello tende più a suggerire l’immagine che a definirla, giocando con la macchia e con il caso alla maniera della corrente artistica e letteraria d’avanguardia Dada.
Marcello Darbo vive a Ferrara. "Una città – dice – a cui devo molto, grazie a Franco Farina che mi ha dato fiducia, a don Franco Patruno che è stato per me amico e mentore, alla Galleria del Carbone che mi ha ospitato più volte. Grazie anche al bondenese Daniele Biancardi, attivo mecenate pubblico". Darbo, nato a Codigoro nel 1957, ha proposto il suo lavoro sia in Italia che all’estero, in particolare in Germania. Scelto tra i 10 migliori giovani artisti nel ‘92 per la Biennale Giovani a Kualalampur e segnalato nel 2000 dai critici emergenti per la mostra Roma/New York. Recentemente ha esposto alla Biennale di Milano e a Spoleto 2024 con Sgarbi e Nugnes. La rete dei pittori contemporanei ’PitturiAmo’ lo ha scelto tra i 200 che espongono a Firenze per il Premio Artista Europeo 2024. "Dedico questi risultati ai giovani pittori della provincia ferrarese, perché sappiano che non solo a Milano o a Roma nascono gli artisti che possono dire la loro". Del suo lavoro hanno scritto tra gli altri Sergio Altafini, Franco Patruno, Gilberto Pellizzola, Erwin Birnmayer e Andrea Musacci.
Claudio Castagnoli