Franchella
Marco Gulinelli, assessore alla cultura di Ferrara, questa è la prima parte di un’intervista dedicata alle sue deleghe dopo la rielezione di giugno.
"Intanto mi lasci dire che sono molto felice di poter continuare nel lavoro svolto in questi anni nell’ambito delle deleghe che mi erano già state assegnate, con l’ulteriore entusiasmante impegno nel settore dei Beni Monumentali".
Cominciamo dal Castello, che chiuderà nell’estate 2025. La notizia ha un po’ destabilizzato gli animi, anche alla luce del taglio dei finanziamenti attuato dal ministero, un taglio di 4 milioni a cui hanno rimediato regione e provincia. Il Castello è stato (ed è ancora) uno dei principali contenitori delle vostre mostre. Come lo sostituirete?
"Cercheremo una qualità ancora maggiore a Palazzo dei Diamanti. Inoltre, è vero che il Castello chiuderà nell’estate del prossimo anno, ma comunque alla fine del 2025 apriremo Palazzo Massari, che diventerà un contenitore di assoluta rilevanza per organizzare mostre e portare turisti. Anche grazie al Pnrr, i lavori stanno procedendo bene e alla fine dei conti, in pochi metri e sullo stesso asse viario, avremo Palazzo dei Diamanti, Spazio Antonioni e Palazzo Massari".
Vittorio Sgarbi rimarrà come presidente di Ferrara Arte? "Ferrara Arte è una fondazione composta da uno staff di professionisti di altissima preparazione, coadiuvati dall’ottimo direttore, Pietro Di Natale. Il lavoro di Vittorio Sgarbi è stato senza dubbio il valore aggiunto: speriamo che si renda ancora disponibile a offrirci le sue competenze".
La prossima mostra sul Rinascimento inaugurerà ai Diamanti il 12 ottobre. E poi?
"A metà marzo 2025, e sino a luglio, sempre a Palazzo Diamanti, apriremo una grande mostra su Marc Chagall ideata dal Comité Marc Chagall di Parigi. Si tratta di una esposizione inedita, davvero molto importante, perché presenterà per la prima volta opere rese disponibili dagli eredi dell’artista assieme ad altre provenienti da musei e collezioni private. Inoltre, stiamo lavorando per celebrare nel 2025 il cinquantennale della venuta a Ferrara di Andy Wharol. Allo Spazio Antonioni, invece, aprirà una rassegna sul celebre fotografo della Magnum, Bruce Davidson, che presenterà al pubblico i suoi scatti memorabili sul set del film Zabriskie Point di Antonioni (1969). Pensiamo anche a una mostra di Luigi Ghirri".
Anche delle altre fondazioni, e dei rispettivi cda, è soddisfatto?
"Il Teatro Comunale di Ferrara si è classificato primo per qualità artistica tra i teatri di tradizione in Italia, ex aequo con la Fondazione Haydn di Bolzano e Trento. La nostra gratitudine va a uno staff coeso e specializzato. Su 44 professionisti, abbiamo effettuato 22 assunzioni di nuove figure tecniche professionali, figure stagionali sono passate a tempo indeterminato e ci sono stati 13 passaggi di livello. Anche su Ferrara Musica siamo soddisfatti: l’ultimo quinquennio ha portato ottimi risultati in termini di pubblico. Sono cresciuti i numeri degli abbonati a tutti i concerti della stagione e dal punto di vista delle linee artistiche, verranno senz’altro confermati alcuni di quelli che sono stati i pilastri negli ultimi anni. Insomma, sul lavoro delle fondazioni, in questi anni, mutuo un’espressione sportiva: squadra che vince non si cambia. È importante mantenere e consolidare la stabilità in strutture vincenti, considerando che piccoli cambiamenti sono necessari".
È il caso dell’ex direttore generale della Fondazione Teatro Comunale, Moni Ovadia, sostituito da Carlo Bergamasco?
"Moni Ovadia è stato e sarà ancora per il Teatro una preziosa guida. Ma data l’epoca odierna e viste le innumerevoli responsabilità richieste a chi gestisce un teatro e diversi grandi eventi, come il concerto di Springsteen, abbiamo individuato una figura con mansioni più manageriali".
Quindi abbiamo accantonato del tutto la questione legata alle posizioni politiche di Ovadia, in particolare sul conflitto israelo-palestinese?
"Libertà di stampa e libertà di opinione sono alla base di qualsiasi democrazia. Le posizioni di Moni Ovadia sono sue personali e non hanno influito sulla sua preziosa collaborazione fornita al Teatro Comunale".