
Una veduta parziale dell’assemblea di CSO Italy svoltasi ieri a Ferrara
Non consumiamo abbastanza frutta e verdura anche se qualche nuovo segnale positivo pare sia stato registrato su questo importante scenario che abbraccia tutta la comunità e coinvolge diversi aspetti a cominciare da quello sociale ed economico. Di tutto questo parla l’interessante ricerca promossa da CSO Italy, presieduto da Paolo Bruni, e presentata a margine dell’assemblea di questo Consorzio di operatori dell’ortofrutta che si è svolta ieri mattina confermando alla guida lo stesso Bruni. L’approfondito studio si è occupato in primo luogo degli stili di alimentazione e del consumo di ortofrutta nel nostro Paese. Ne sono uscite indicazioni estremamente interessanti e utilizzabili sia dai cittadini che dagli operatori del settore. Il primo dato è solo parzialmente positivo: si è bloccato il calo del consumo di frutta e verdura dopo il trend, davvero preoccupante, degli anni passati (-14% pari a 816.000 tonnellate su 5,4 milioni).
Il campione di cittadini ha poi risposto a domande precise, ad esempio sullo stile di alimentazione che in larga misura è decisamente individuale e sostanzialmente riconducibile alla dieta mediterranea; ma il 10% dei giovani, ad esempio, segue una dieta ipercalorica (dunque poco propensa a scegliere frutta e verdura) e il 5% (soprattutto donne) è vegano o vegetariano. Il 21% degli intervistati mangia frutta e verdura almeno due volte al giorno ma altrettanti la consumano sporadicamente (in genere i giovani). Questi alimenti vengono scelti soprattutto perché ritenuti positivi per la salute, ma per il 30% è il piacere la motivazione alla base della decisione di acquisto, mentre un’altra non trascurabile fetta di popolazione ne è attratta in quanto antico frutto di una (giustissima) abitudine familiare. La qualità complessiva è poi giudicata più che accettabile: la metà la definisce buona, oltre il 40% "discreta" e solo 6 "mediocre". L’associazione più "gettonata" è alle parole salute, natura e gusto. Tutto bene, allora? Non esattamente: è diffusa una percezione non veritiera. Gli intervistati, infatti, pensano che il costo della frutta e della verdura rappresenti poco meno della metà del proprio bilancio alimentare. La verità, invece, è che (dati Istat) incide per il 20% e solo per il 4% se lo si confronta al bilancio complessivo (tutte le spese) della famiglia. Di qui il suggerimento di CSO Italy – esso stesso si impegnerà su questo fronte – di offrire maggiori informazioni su tutto il comparto, anzi su tutto questo mondo così complesso e al tempo stesso importante per la tavola e la salute degli italiani. Scendendo nello specifico, allo stesso modo dovranno essere illustrate meglio le caratteristiche del mondo bio. Un capitolo a parte merita poi il tema dell’educazione alimentare, fondamentale anzitutto per le nuove generazioni. Sul fronte consumatori, inoltre, l’attenzione dovrà crescere per migliorare il rapporto prezzo-qualità e per riportare …alla realtà la citata, sbagliata, percezione dell’eccessivo costo di frutta e verdura, per cancellare o almeno attutire un preconcetto duro a morire.
"Sono emersi anche tanti aspetti positivi - ha concluso la direttrice di CSO Elisa Macchi - che riguardano in modo particolare il fatto che il consumatore riconosce salubrità e gusto alla nostra ortofrutta, prediligendo quella italiana e rispettandone quindi la stagionalità e soprattutto che quando la qualità è riconosciuta la leva del prezzo diviene meno importante".
Alberto Lazzarini