ALBERTO LAZZARINI
Cronaca

Le abitudini alimentari: "Bene frutta e verdura, stop al calo dei consumi"

I risultati di uno studio sugli stili di vita commissionato da Cso Italy "Ma il 10 per cento dei giovani segue ancora una dieta ipercalorica".

Una veduta parziale dell’assemblea di CSO Italy svoltasi ieri a Ferrara

Una veduta parziale dell’assemblea di CSO Italy svoltasi ieri a Ferrara

Non consumiamo abbastanza frutta e verdura anche se qualche nuovo segnale positivo pare sia stato registrato su questo importante scenario che abbraccia tutta la comunità e coinvolge diversi aspetti a cominciare da quello sociale ed economico. Di tutto questo parla l’interessante ricerca promossa da CSO Italy, presieduto da Paolo Bruni, e presentata a margine dell’assemblea di questo Consorzio di operatori dell’ortofrutta che si è svolta ieri mattina confermando alla guida lo stesso Bruni. L’approfondito studio si è occupato in primo luogo degli stili di alimentazione e del consumo di ortofrutta nel nostro Paese. Ne sono uscite indicazioni estremamente interessanti e utilizzabili sia dai cittadini che dagli operatori del settore. Il primo dato è solo parzialmente positivo: si è bloccato il calo del consumo di frutta e verdura dopo il trend, davvero preoccupante, degli anni passati (-14% pari a 816.000 tonnellate su 5,4 milioni).

Il campione di cittadini ha poi risposto a domande precise, ad esempio sullo stile di alimentazione che in larga misura è decisamente individuale e sostanzialmente riconducibile alla dieta mediterranea; ma il 10% dei giovani, ad esempio, segue una dieta ipercalorica (dunque poco propensa a scegliere frutta e verdura) e il 5% (soprattutto donne) è vegano o vegetariano. Il 21% degli intervistati mangia frutta e verdura almeno due volte al giorno ma altrettanti la consumano sporadicamente (in genere i giovani). Questi alimenti vengono scelti soprattutto perché ritenuti positivi per la salute, ma per il 30% è il piacere la motivazione alla base della decisione di acquisto, mentre un’altra non trascurabile fetta di popolazione ne è attratta in quanto antico frutto di una (giustissima) abitudine familiare. La qualità complessiva è poi giudicata più che accettabile: la metà la definisce buona, oltre il 40% "discreta" e solo 6 "mediocre". L’associazione più "gettonata" è alle parole salute, natura e gusto. Tutto bene, allora? Non esattamente: è diffusa una percezione non veritiera. Gli intervistati, infatti, pensano che il costo della frutta e della verdura rappresenti poco meno della metà del proprio bilancio alimentare. La verità, invece, è che (dati Istat) incide per il 20% e solo per il 4% se lo si confronta al bilancio complessivo (tutte le spese) della famiglia. Di qui il suggerimento di CSO Italy – esso stesso si impegnerà su questo fronte – di offrire maggiori informazioni su tutto il comparto, anzi su tutto questo mondo così complesso e al tempo stesso importante per la tavola e la salute degli italiani. Scendendo nello specifico, allo stesso modo dovranno essere illustrate meglio le caratteristiche del mondo bio. Un capitolo a parte merita poi il tema dell’educazione alimentare, fondamentale anzitutto per le nuove generazioni. Sul fronte consumatori, inoltre, l’attenzione dovrà crescere per migliorare il rapporto prezzo-qualità e per riportare …alla realtà la citata, sbagliata, percezione dell’eccessivo costo di frutta e verdura, per cancellare o almeno attutire un preconcetto duro a morire.

"Sono emersi anche tanti aspetti positivi - ha concluso la direttrice di CSO Elisa Macchi - che riguardano in modo particolare il fatto che il consumatore riconosce salubrità e gusto alla nostra ortofrutta, prediligendo quella italiana e rispettandone quindi la stagionalità e soprattutto che quando la qualità è riconosciuta la leva del prezzo diviene meno importante".

Alberto Lazzarini